da Milano
La decisione resa nota è di «non proseguire nellattuale procedura di privatizzazione» di Alitalia. Nel suo comunicato, diffuso venerdì a tarda sera, la cordata che fa capo a M&C di Carlo De Benedetti, ha misurato bene le parole: «Attuale procedura di privatizzazione». Osservando bene le parole, non si parla di una caduta dinteresse: si tratta di una rinuncia alla gara in corso. Una «diversa» procedura è sempre stata nei pensieri di De Benedetti, che in molti incontri al Tesoro, nellarco di alcuni mesi, ha sostenuto la propria contrarietà a dover acquisire a titolo oneroso la quota pubblica, perché le risorse per risanare una società così disastrata devono essere convogliate nelle sue casse. Anche Air France, nei giorni scorsi, ha in qualche modo auspicato una «seconda» gara, peraltro negata dal ministro dellEconomia Padoa-Schioppa (cosa ribadita ieri dal suo collega ai Trasporti Bianchi). Un fatto è certo, comunque: nel bando il Tesoro si riserva la più ampia facoltà di vendere lAlitalia con qualunque altra modalità; e ciò tornerebbe utile, per esempio, nel caso di gara deserta o di offerte inaccettabili.
La dichiarazione dellabbandono di De Benedetti ieri ha suscitato una preoccupata reazione sindacale: «Inquieta il fatto - ha detto il segretario generale della Fit Cisl, Claudio Claudiani - che si ipotizza da qualche settimana: cioè che a turno si sfilino tutti, in modo da abbassare il valore della compagnia». Ma il quesito è sempre lo stesso: quando può valere una società che perde più di un milione di euro al giorno?
Domani, lunedì 2 aprile, scade un altro termine fissato dal bando: eventuali nuovi soggetti entranti devono rendere nota la propria partecipazione come partner delle cordate ammesse. Lufthansa e Air France hanno già anticipato che non saranno della partita (questa, almeno): ma se volessero esserlo, dovrebbero dirlo entro domani.
Tra due settimane, lunedì 16, scadrà invece il termine per le offerte preliminari non vincolanti. Vedremo a quella data se il gruppo dei pretendenti si sarà sfilacciato ancora.
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