Alitalia, oggi finisce l’«era Cimoli»

Bianchi (Trasporti) sulla gara: «A fine aprile istruttoria chiusa e colloqui con un unico interlocutore». Piloti divisi su un nuovo manager

da Milano

Comincia oggi una fase di transizione per Alitalia, con la nomina del nuovo vertice. Si svolge in prima convocazione, con inizio alle 11, l’assemblea ordinaria che nominerà membri del consiglio Berardino Libonati, Aristide Police, Giovanni Sabatini (in questo caso si tratta di una riconferma), Carlo Santini, Luciano Vannozzi, tutti indicati dal Tesoro. La carica di presidente sarà attribuita, successivamente, dal nuovo cda. L’assemblea dovrà anche «determinare il compenso spettante al consiglio di amministrazione».
I nuovi vertici non saranno presenti alla Magliana, ed è molto improbabile anche la presenza di Giancarlo Cimoli, presidente e amministratore delegato decaduto e in uscita. Nelle attese, si tratterà di un’assemblea breve, perché gli eventuali interventi di piccoli azionisti dovranno attenersi all’ordine del giorno, e difficilmente potranno sconfinare, quindi, su temi di gestione. Si chiude dunque oggi l’era Cimoli, iniziata poco meno di tre anni fa, il 6 maggio del 2004. Nell’arco del mandato il suo merito principale è stato finanziario: aver ottenuto prima un prestito-ponte da 400 milioni, autorizzato dall’Unione europea, e poi un aumento di capitale da un miliardo che ha garantito la sopravvivenza della compagnia. Ma Cimoli ha mancato il suo principale obiettivo: quello di completare il risanamento entro il 2006, chiudendo l’anno con un bilancio in attivo, secondo quanto promesso nel piano industriale. Invece l’esercizio si è chiuso - secondo le stime sottoscritte dallo stesso Cimoli - con perdite per 380 milioni; nei tre anni in cui egli è stato alla guida della compagnia, l’Alitalia ha perso 1.359 milioni. E il denaro ancora in cassa continua a essere bruciato al ritmo di un milione al giorno. Non c’è dubbio che le cure di questi anni abbiano fatto dimagrire la compagnia: ma i benefici li potrà verificare e portare ad efficienza soltanto il nuovo acquirente che, alla vigilia dell’estate, dovrebbe insediarsi alla Magliana. A proposito della procedura in corso, ieri il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, ha detto che «a fine aprile avrà termine l’istruttoria e inizieremo a parlare con un unico interlocutore». Il ministro si dice «non così preoccupato» sulla questione se Alitalia (meno 1,31% ieri in Borsa) debba o meno avere un direttore operativo. «Se lo sceglierà chi subentrerà» nel controllo della compagnia, ha osservato, aggiungendo che «da domani (oggi, ndr) ci saranno un presidente e un consiglio di amministrazione, i quali dovranno assicurare questa fase di transizione». Sulla necessità di un direttore operativo c’è scontro tra i piloti. Per quelli riuniti sotto le sigle confederali e l’Up è «indispensabile» un «cambiamento della gestione operativa», cercando «una personalità con elevate competenze specifiche per la gestione».

Ma il sindacato più numeroso, l’Anpac, è contrario: «Non vi è alcuna necessità di inserire oggi nuove figure nella gestione operativa dell'azienda e l'attuale fase di transizione verso una nuova proprietà e una nuova missione aziendale deve essere gestita lasciando fuori dalla porta ogni strumentalizzazione finalizzata a favorire interessi particolari».

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