Alitalia sprofonda a Piazza Affari e i sindacati continuano a protestare

da Milano

I conti dell’Alitalia sprofondano, ma per la procedura di privatizzazione non cambia nulla. Ieri è stato aperto ai candidati l’accesso ai dati riservati, attraverso i quali le tre cordate in gara potranno formulare l’offerta definitiva, da consegnare entro il 2 luglio: il rosso superiore alle previsioni, la svalutazione del patrimonio e la necessità di effettuare una ricapitalizzazione influenzeranno l’offerta economica. Ieri una prima risposta inequivocabile l’ha data la Borsa, deprezzando il titolo del 3,16% in chiusura, con perdite che hanno raggiunto punte superiori al 4%.
Per quanto riguarda la compagnia, l’assemblea convocata per il 26-27 giugno avrà all’ordine del giorno soltanto le comunicazioni ai soci sullo stato economico della società; per la ricapitalizzazione, prevista dalla legge vista l’entità delle perdite, c’è tempo comunque un anno: vi provvederà l’acquirente. Le perdite più elevate e l’obbligo di aumentare il capitale hanno comunque una conseguenza sostanziale: si deprezza la quota messa in vendita dal Tesoro e quindi le risorse messe a disposizione dall’acquirente andranno meglio indirizzate alle casse della compagnia.
I commenti di ieri sono stati sostanzialmente univoci. Da Parigi, il presidente di Air France, Jean Cyril Spinetta, ha osservato senza rimpianti che «Alitalia non crea valore», anche se tra le sue parole è rimasto uno spazio aperto per il futuro: «se cambiassero le cose potremmo ripensarci». Tra Air France e Alitalia esiste tuttora un incrocio azionario pari al 2%. Stesso tono anche da parte di Carlo De Benedetti, che nella prima fase della procedura aveva manifestato interesse per Alitalia attraverso M&C, per poi dileguarsi: «Credo che i fatti ci stiano dando ragione» ha detto ieri.
E sempre ieri Aeroflot (che partecipa alla gara insieme a Mediobanca) ha fatto sapere che ha già ottenuto il sì definitivo dalle banche interpellate per un prestito da 800-900 milioni di euro, destinato a finanziare l’offerta per Alitalia, e che verrà poi rifinanziato con l’emissione di eurobond. E ha lasciato trapelare un messaggio in codice: l’acquisto del 39% della compagnia di bandiera italiana sarebbe meglio del 49%, ha detto da Mosca il direttore finanziario di Aeroflot, Mikhail Poluboyarinov. Perchè in codice? Perché si tratta di un’evidente apertura ai sindacati, terrorizzati dall’idea di non aver più il supporto politico di Palazzo Chigi; e un ammiccamento a quella parte del governo - vedi ministro Bianchi - infastidito dall’idea che la compagnia diventi completamente privata.
Anche ieri una trentina di voli dell’Alitalia si sono incagliati nelle proteste sindacali delle hostess, mettendo all’ultimo minuto in difficoltà e facendo infuriare migliaia di passeggeri; lo sciopero bianco, nella sua pedissequa applicazione del contratto, non rispetta nemmeno il preavviso di dieci giorni richiesto dalla legge.

E su questo punto, in particolare, c’è forte tensione tra le parti, già convocate per il 29 da Bianchi: la commissione di garanzia ieri ha aperto un’indagine per valutare l’agitazione, che per il ministro dei Trasporti «sta diventando violenza nei confronti dei passeggeri».

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