da Milano
È da un pezzo che il futuro dellAlitalia appare avvolto dallincertezza. Ma ieri se nè avuta una prova «ufficiale». Il Tesoro, azionista di maggioranza con il 49,9%, ha chiesto formalmente al vertice della compagnia di predisporre un piano industriale triennale che abbia caratteri di sostenibilità. Questo a prescindere dallesito della procedura di privatizzazione, avviata verso una conclusione che appare faticosamente in salita. La richiesta del Tesoro, recepita dal consiglio damministrazione dellAlitalia, era finalizzata a soddisfare il requisito della continuità aziendale, in assenza della quale una società non ha ragione di proseguire nella propria attività. Sulla tormentata riunione del cda di lunedì premevano proprio le richieste di garanzia della continuità aziendale rivolte dalla società di revisione, la Deloitte & Touche, e dalla Consob; la prima ha certificato il bilancio sulla base della prospettiva di vendita; la seconda ha chiesto di più: e cioè un nuovo piano industriale che dia prospettive di sopravvivenza alla società anche nel caso in cui la cessione non venga realizzata. Lunedì cè stata una lunga e per certi aspetti drammatica triangolazione tra i vari attori di questa vicenda - il cda, lazionista di maggioranza Tesoro, la Consob, la Deloitte - proseguita sui tavoli dei legali e che si è materializzata, alluna di notte, con un comunicato frutto di estenuanti negoziazioni.
Il presidente Berardino Libonati, insieme al suo consiglio, si trova improvvisamente in una posizione scomoda; arrivato al posto di Giancarlo Cimoli nel febbraio scorso, già quindi nel corso della procedura di vendita, sembrava che il suo ruolo dovesse essere sostanzialmente quello del «garante» dei conti e del traghettatore dalluniverso pubblico a quello privato. E infatti in data 27 febbraio riteneva, «considerata la procedura di vendita, di non effettuare la revisione del piano industriale» rinviando le strategie al futuro acquirente. Oggi questo acquirente sembra allontanarsi e il «ragionere» deve assumere in pieno le responsabilità della gestione aeronautica. Come farlo? Oppure, come uscirne? Alla seconda domanda la risposta potrebbe essere cinica: se si ritenesse che il ruolo di vicepresidente di Unicredit e quello di presidente di Alitalia fossero incompatibili, Libonati potrebbe essere chiamato a fare una nobile rinuncia. Alla prima domanda è più difficile rispondere: il Tesoro non può più ricapitalizzare Alitalia, e, nellimpossibilità di effettuare investimenti, lequilibrio economico potrebbe essere ricercato solo in un ridimensionamento dellattività. Il contrario di quanto richiede il Tesoro nel bando di gara, che presuppone un incremento della flotta di lungo raggio: qui, anzi, si aggiunge unulteriore incertezza. L(eventuale) acquirente avrebbe difficoltà a reperire macchine «wide body» sia per la saturazione di ordini allindustria aeronautica, sia per la carenza di offerta sul mercato dellusato.
Le incertezze sulla cessione passano anche dal prezzo (ieri più 0,56% in Borsa).
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