Non ha mai stregato il popolo rossonero. Non è successo nemmeno ad Arrigo Sacchi e Fabio Capello, Allegri può consolarsi. Ma fino a ieri, lo scudetto e il testa a testa con la Juve, erano argomenti utilizzati per depotenziare le critiche e le censure moltiplicate nelle ultime ore. E che sono partite da lontano, la spinta data a Ronaldinho e laddio a Pirlo, per arrivare fino agli scarabocchi dellOlimpico. Il tecnico livornese non si è nascosto dietro un dito: «Anche nel derby ci è mancata la cattiveria» la sua analisi ridotta allosso, seguita qualche ora dopo da una serie di urlacci durante lallenamento sotto la neve a Carnago, segno della fibrillazione complessiva. La sconfitta con la Lazio è maturata durante lintervallo: fino a quel momento la squadra ha tenuto il boccino del gioco comandandolo senza sferrare il colpo decisivo. Ha pensato insomma che quella Lazio, senza Klose, e con Rocchi triste e solitario, non potesse nuocere. Nella ripresa tutto il Milan, episodio del rigore negato a parte, è apparso molle e deconcentrato, persino i due addetti alla sicurezza, Nesta e Thiago, si sono lasciati condizionare da quel clima.
Poi sono arrivate, a complicare il panorama, le scelte sbagliate di Allegri. Che ha cominciato con un tridente poco sperimentato e avvitato su Robinho che dallinizio della stagione è un fardello sulle spalle della squadra più che una risorsa. Ancora più discutibili i cambi effettuati in corsa per tentare di raddrizzare il tiro: è uscito El Shaarawy invece che Robinho, passato a fare la punta, senza alcun beneficio; è uscito Ambrosini invece che Van Bommel per far posto al più dinamico Emanuelson con la conseguenza che appena il capitano si è fatto da parte il Milan è andato sotto grazie alle due rasoiate di Hernanes e Rocchi. Insistere inoltre su Mesbah, alla terza consecutiva, non è stata una genialiata e non solo perché lalgerino è apparso subito in debito di condizione in una zona di campo vitale per la presenza di Gonzales. Sono stati i suoi cento cross finiti tutti nel posto sbagliato a rendere la sua prova opaca, insufficiente. Per molti critici, è stato il peggior Milan della stagione. A Napoli e con la Juve, ci furono giustificazioni legittime: molte assenze e una condizione fisica resa precaria dalla preparazione anticipata (Pechino). Nel derby e con la Lazio, invece no: restano gli assenti, è vero ma è lo spirito del Milan che è venuto meno e anche la tensione e lattenzione degli stagionati guerrieri.
Allegri e il Milan tremano Ma non è colpa del freddo
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