Allegri frena Ibra per paura dello sciopero e scalda Ronaldinho

nostro inviato a Milanello

Davanti il Brescia, non proprio facile da domare (chiedere informazioni a Benitez), di traverso lo sciopero. All’improvviso, il Milan capolista ed Allegri si ritrovano con due rivali coi quali fare i conti prima di rimettere piede sul prato rizollato di San Siro. Il primo è quello appunto canonico, scelto dal calendario, e cioè l’arrivo del Brescia a caccia di punti-salvezza e già capace di sfiorare l’impresa nella serata interista (il precedente successo in casa dei rossoneri si perde nella notte dei tempi, marzo del 1967 addirittura, dal 22 settembre scorso Iachini non porta a casa i tre punti).
Il secondo è invece un argomento inatteso, iscritto all’ordine del giorno dal recentissimo contenzioso tra i club e Campana: il rischio imminente di sciopero infatti pone quesiti diversi al tecnico. Sapete perchè? Semplicissimo: perchè i tre diffidati della compagnia rossonera, Ambrosini, Ibrahimovic e Pirlo, nel caso di nuova ammonizione e di sciopero confermato, dovrebbero scontare la squalifica non a Bologna ma nella sfida del 18 dicembre, contro la Roma, che rappresenta uno snodo decisivo. Di qui la profezia dello stesso Allegri. «Voglio vedere chi indovina la formazione», quasi per far intendere che sulle scelte non incideranno solo valutazioni tecniche ma anche motivi di evidente opportunità.
Uno dei tre, Andrea Pirlo, è arruolato di sicuro. Ha smaltito l’infortunio muscolare che l’ha tenuto in disparte, ha recuperato preziose energie, ha anche fatto prove, in allenamento, per sottrarsi ad eventuali marcature ad uomo, lasciando ad altri il compito di presidiare la zona nevralgica, cambiando settore, andando a destra o a sinistra a cercare libertà. «Pirlo ha riposato, gli ha fatto bene, ha giocato all’inizio 16 partite di fila senza preparazione, una volta è rimasto fuori per scelta tecnica, adesso abbiamo bisogno di lui» il pistolotto con cui Allegri ha riaperto le porte del Milan a uno degli ex intoccabili (al pari di Seedorf, Pato, Ronaldinho) finiti in panchina, bresciano e perciò coinvolto anche emotivamente nella sfida di stasera. L’altro, Ambrosini, può eventualmente farsi da parte per legittima prudenza e stare in panchina in attesa di sviluppi. Nessuna incertezza, invece, su Ibrahimovic: come a Genova contro la Samp deve ridurre a zero eventuali reazioni. Senza di lui ci sarebbe il buio in attacco.
Alla fine della fiera, nonostante la complicazione sciopero, anche il caso Ronaldinho è rimasto sospeso persino dopo il report di Allegri sulla sua ultima settimana. «Si è allenato con grande impegno e determinazione» ha garantito il livornese. Basterà per riammetterlo in campionato al posto di Seedorf? Forse l’occasione propizia sarà quella di mercoledì sera contro l’Ajax, chiusura del girone di Champions, con risultato scontato ma impegno da onorare, non si possono mollare i pappafichi. Ieri pomeriggio, durante l’ultimo test, Allegri ha utilizzato Ronaldinho al fianco di Ibrahimovic, segno evidente di tenerlo in considerazione. E non solo perchè giovedì sera ha parlato a lungo al telefono col presidente Silvio Berlusconi. «Spero che trovi il tempo per venire a vederci, il presidente è contento del nostro lavoro e della classifica» il riassunto del colloquio. Deve tenerlo in considerazione per due motivi: per non suggerire l’idea di essere prevenuto nei suoi confronti, per avvalorare la tesi della sua utilità nei prossimi mesi. Riconfermata tra l’altro dalla risposta sul tema attuale del destino del Gaucho (e se a gennaio Dinho chiedesse di partire?): «Chi non ha voglia di stare nel Milan, non merita il Milan».

Per sintetizzare: si tenga pronto. Anche perchè di imprevisti è piena la cronaca. «Per un imprevisto ho utilizzato Oddo a Napoli e mi è andata di lusso» il dettaglio ricordato da Allegri. La settima panchina non deve deprimerlo.

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