Allen in Spagna pungente e sexy

Woody Allen cerca gli ultimi successi in Europa. Ha dei predecessori: nonostante le posizioni sulla guerra civile spagnola di vent’anni prima, Orson Welles trovò - come del resto Marco Ferreri - proprio presso Francisco Franco la libertà che altrove gli mancava. È accaduto lo stesso nella Spagna di Zapatero a Woody Allen con Vicky Cristina Barcelona, fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes. Coerenza o monotonia di Allen, sceneggiatore, attore, regista? Perché - direte - monotonia, quando i film di Allen raramente annoiano davvero? Perché ad Allen interessava già quarant'anni fa - quando scriveva e interpretava Ciao, Pussycat -, ciò che gli interessa oggi: il sesso della donna (pussycat in inglese). Ma lui non disdegna altre aree erogene. A chi vuol sapere quali fossero le due cose più amate di più, Allen risponde: «Il seno di una bella donna». Quello di turno appartiene a Scarlett Johansson, attorno alla quale il regista elabora quadretti licenziosi, improbabili ma scoppiettanti di dialoghi pungenti. Resta gratuito lo spunto iniziale: l’incontro fra due ragazze americane a Barcellona e un pittore locale che le apostrofa al ristorante offrendo a entrambe una gita in aereo a Oviedo, all’altro capo della Spagna, con relativa notte d’amore per tutti. Poiché questo è un film, le due partono con lui. Di qui la serie di coppie che si formano, in una gara di stravaganza, con l’entrata in scena anche della moglie di Bardem (Penelope Cruz) e il suo relativo flirt saffico con la Johansson.

È bello fare i registi: trovi sempre qualcuno che ti fa rappresentare i tuoi desideri. E ti paga anche per farlo.

VICKY CRISTINA BARCELONA di Woody Allen (Spagna, 2008), con Javier Bardem, Scarlett Johansson. 92 minuti

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