Come nelle gag che fanno il verso a certi mielosi film d’amore: lui e lei che si scorgono da lontano sulla spiaggia e iniziano la lunga corsa l’uno verso l’altra. Lui e lei che invece si passano accanto e si sfiorano e si mancano. Tra lei, la Ferrari, e lui, Fernando Alonso, va così da quasi un decennio. Fin dai tempi di quel test sulla Minardi in quel di Fiorano, era l’estate del 2000. All’epoca, la Rossa aveva uno Schumi in grande spolvero e Fernando sarebbe stato il giovane ventenne da far crescere e svezzare. Ma non fu amore, né allora né dopo, con Jean Todt. Lo fu invece con patron Flavio Briatore che s’è affrettato a pagarne il «cartellino» a Giancarlo Minardi.
Ma tant’è, l’amore in rosso è arrivato adesso. Amore tardo, però amore maturo. Merito del presidente Luca di Montezemolo che non ha mai perso d’occhio il campione, merito del successore di Todt, Stefano Domenicali, che ha saputo conquistare la fiducia dell’asturiano. Fatto sta, la gag dei due innamorati è finalmente terminata e i titoli di coda raccontano di un contratto (le cifre sono assolutamente spannometriche e non ufficiali) da quasi 25 milioni e rotti a stagione, per tre anni, con opzione per altri due e chissà, magari, per un ulteriore sesto anno. Insomma: Fernando chiuderà la carriera a Maranello; Fernando dovrà prendersi sulle spalle il team; Fernando dovrà indicare la via come fece in passato kaiser Schumi.
Questo vuole il vertice del Cavallino e questo chiedono i tifosi di rosso vestiti. E saranno accontentati. Perché giusto un mese fa, Fernando ci ha raccontato che cosa avrebbe fatto in Ferrari una volta arrivato. «Il mio obiettivo», aveva svelato, «sarà ricostruire una squadra, perché non amo solo correre, adoro fare squadra, rifare un gruppo, instaurare un clima di amicizia. Io non sono come altri piloti», aveva aggiunto, «che arrivano in una squadra, corrono i Gp e poi ciao, se ne vanno a casa. No. Io resto lì. Amo vincere, ma amo ancora di più migliorare assieme a meccanici e tecnici...». E ancora: «Io e Schumi unici nel risollevare le squadre? Sarebbe presuntuoso pensarlo, ma di certo, in ogni team dove ho corso, ho sempre lavorato 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno... Che cosa prometto ai tifosi della Ferrari?», aveva concluso, «Prometto che dopo l’astinenza da titoli mondiali di questi ultimi anni voglio conquistarne diversi, non solo uno e prometto che mai sono stato preparato e forte come adesso...».
Questo aveva raccontato un mese fa e questo ha aggiunto ieri: «Sono molto felice e orgoglioso di diventare un pilota Ferrari; ho finalmente realizzato il mio sogno e ringrazio il presidente Montezemolo che ha fortemente voluto questo accordo triennale... Già durante l'estate avevamo raggiunto un’intesa a partire dal 2011 ma poi, negli ultimi giorni, il quadro della situazione è mutato e abbiamo deciso di anticipare l'arrivo di un anno...». Quindi i sacrosanti ringraziamenti alla Renault, poi un pensiero al suo futuro compagno: Felipe Massa. «Sono sicuro che insieme sapremo dare delle grandi soddisfazioni alla Ferrari e ai suoi tifosi... Non vedo l'ora di mettermi al lavoro».
A questo punto non resta che attendere l’ufficializzazione dell’ingaggio (la firma sul contratto è già stata posta, ndr) di Kimi Raikkonen alla McLaren. È questa l’ultima casella che doveva andare a posto. In molti hanno voluto leggere nelle dichiarazioni della Rossa e del pilota relative ad una accelerazione della trattativa negli ultimi giorni, un riferimento alla vicenda del caso Briatore-Piquet-Singapore e all’uscita di scena del manager dello spagnolo. Improbabile. L’accelerazione vera è arrivata quando si è trovato l’escamotage per chiudere il rapporto con Raikkonen (contratto in scadenza a fine 2010 da oltre 25 milioni l’anno) in modo indolore e gratificante per il pilota quanto a team di destinazione.
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