Favola Texas Rangers: gli ultimi che diventano primi

La vittoria di Dallas nelle World series è una lezione per tutti. Le big del calcio (Bayern, City, Psg) prendono appunti

Favola Texas Rangers: gli ultimi che diventano primi
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I Texas Rangers sul tetto del mondo del baseball sono una di quelle storie che solo lo sport americano può regalare. Storie di sofferenze e ribaltoni, di ultimi che diventano primi, di underdogs che diventano star. La vittoria della squadra di Dallas nelle World series concluse l'altra notte è una delle più sorprendenti nella storia ultracentenaria del baseball Usa. Già il fatto che a disputarsi il titolo siano arrivate Texas e Arizona la dice lunga sull'esito di una stagione che sembrava indirizzata verso una più classica finale Houston-Filadelfia. Ma la sorpresa derivava dal fatto che Texas e Rangers nelle ultime stagioni avevano sempre navigato nelle zone bassissime delle classifica di lega, in piena «zona retrocessione» diremmo, se non fosse che negli sport americani la discesa in serie B non è prevista. Ma alla fine è andato in scena questo derby «sudista» che ha sorpreso tutti i seguaci del «national pastime», lo sport che per gli americani è il passatempo preferito.

Texas in particolare arrivava all'atto finale con una lunga tradizione negativa, ereditata addirittura dai suoi antenati, quei Washington Senators sempre perdenti, che tagliarono i ponti con la capitale nel 1971 e si trasferirono appunto a Dallas cambiando nome in Rangers. Ma anche nella città più calda (climaticamente) del baseball americano (almeno fino all'avvento di Miami), le cose non andarono meglio, nemmeno quando alla guida del club arrivò George Bush jr (nella foto), in carica fino a che non divenne governatore del Texas. Ma il futuro presidente ebbe almeno il merito di far costruire il Globe Life Park dove i Rangers hanno giocato fino al '19. Per vincere queste World series i texani non hanno fatto tanto conto sul fattore campo, quanto su una serie di vittorie in trasferta nei playoff. Una striscia record di 11 vittorie su 11 fuori casa: 2 a Tampa Bay, 3 a Baltimora, 4 a Houston e 4 infine in Arizona. Un ruolino che ha fruttato ai Texas il soprannome di «Road Warriors». Ma il trionfo dei Texas è ancor più sensazionale se si considera che in tutta la propria storia questa franchigia, prima a Washington e poi a Dallas, non aveva mai vinto il titolo, perdendo le uniche due finali a cui era approdata nel 2010 e 2011. Non solo, ma appena due anni fa i Rangers avevano chiuso una stagione disastrosa all'ultimo posto con 60 vittorie e ben 102 sconfitte nella regular season.

Nel baseball Usa soltanto due volte, dal 1903 fino a ieri, una squadra era riuscita a passare in due anni dall'ultima piazza al titolo.

Un po' come se la Sampdoria fanalino dell'ultima serie A, invece di retrocedere, dovesse vincere lo scudetto del prossimo anno. Storie che solo l'America può scrivere, in uno sport che negli ultimi 20 anni ha visto 14 campioni diversi. Andatelo a dire al Bayern, al City, al Psg e al calcio europeo in genere...

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