Respinta la richiesta di scarcerazione per gli «amanti diabolici» di Gradoli. La Corte di Assise di Viterbo ha rigettato listanza di revoca o sostituzione del regime restrittivo in carcere per Paolo Esposito e Ala Ceoban, 40 e 24 anni, alla sbarra con le accuse di duplice omicidio aggravato, occultamento di cadavere e, solo per Esposito, detenzione di materiale pedopornografico.
Listanza è stata presentata sabato scorso al termine delludienza dai legali della difesa, gli avvocati Enrico Valentini, Mario Rosati e Pier Francesco Bruno. Diverse le motivazioni sul documento, anche se il risultato è lo stesso: Esposito risulta «giudicato cautelare» ovvero sono scaduti i termini per il ricorso in Cassazione contro lordinanza di carcerazione firmata dal gip e confermata dal Tribunale del Riesame. Per Ala, invece, non esiste un nuovo corso istruttorio di rilievo tale da far venir meno i presupposti del carcere deciso dal gip l08 agosto 2009. Vale a dire ancora nessuna prova a suo favore, che abbia dimostrato la sua innocenza davanti ai giudici nel corso del processo.
Imputati dietro le sbarre, dunque, mentre la Corte, presieduta dai giudici Maurizio Pacioni ed Eugenio Turco, rimanda al 9 ottobre prossimo la sesta udienza per i presunti assassini di Tatiana Ceoban, 36 anni moldava, e sua figlia Elena, 13 anni. Sul banco dei testimoni i genitori di Paolo, Enrico Esposito e Maria Lorenzini. Le due donne scompaiono nel nulla dal paesino viterbese il 30 maggio 2009. La prima avrebbe fatto rientro nella casa in cui conviveva con Esposito passate le 18,30, la seconda al termine della scuola. Elena avrebbe dovuto incontrare delle amiche alle 15,30 in paese ma non andrà mai allappuntamento. Tatiana, invece, era andata a Viterbo per acquistare una videocamera per riprendere il saggio di fine anno della figlia piccola, Erika, avuta con lelettricista.
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