NapoliVentidue giorni dopo la diffusione del video che riprendeva l'omicidio del camorrista, Mariano Bacioterracino, 53 anni, la polizia giudiziaria ha arrestato il killer che lo fece fuori con cinque colpi di pistola calibro 9 a bruciapelo, alla testa e alla nuca. La plateale esecuzione avvenne sotto gli occhi di centinaia di passanti, davanti alla Caffetteria dei Vergini, al rione Sanità, centro storico di Napoli. Costanzo Apice, 28 anni, affiliato al clan Bocchetti, si nascondeva a Castelvolturno (Caserta), centro situato lungo il litorale domitio, spesso rifugio per latitanti della camorra napoletana e casalese.
Apice, originario del Comasco, ma residente a Scampia, il quartiere simbolo che racchiude tutti i mali di Napoli, dove è cresciuto con la droga in tasca e la pistola in pugno, l'11 maggio scorso fece fuori un pezzo da «novanta» della camorra del Rione Sanità: Bacioterracino, affiliato al clan Misso, rapinatore incallito e una condanna a 12 anni di reclusione per il sequestro di Guido De Martino, ex parlamentare dell'ex Pds e figlio del senatore a vita, Francesco, leader del Partito socialista, scomparso negli anni scorsi.
Il killer si nascondeva a casa della madre, in una villetta di Castelvolturno. Quando gli investigatori hanno fatto irruzione nel rifugio, Apice era in compagnia della moglie incinta. Si è arreso subito.
Da tempo gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, avevano localizzato il sicario ma volevano essere certi di prenderlo prima di far scattare il blitz. Parenti e amici del sicario sono stati pedinati e ascoltati con la speranza di poter arrivare al latitante. Nel corso di una registrazione ambientale in carcere, la cognata di Apice dice al marito recluso: «Costanzo si è infilato in un grosso guaio. Dobbiamo trovargli un avvocato ma non uno del sistema, altrimenti se lo vende».
Un paio di telecamere collocate all'interno e all'esterno della Caffetteria, ripresero Bacioterracino appoggiato al banco dei gelati, mentre stava fumando una sigaretta, l'ultima della sua vita. Poi, arriva Apice, giubbotto blu e berretto da baseball calcato sulla testa. Il killer non spara subito per un contrattempo. Prende tempo, entra nel locale, arriva fino alla saletta dove si trovano alcune macchinette videopoker, poi fa dietro front e si dirige verso l'uscita.
Davanti a lui c'è solo il suo bersaglio, il killer ha via libera. Apice impugna la calibro 9, la pistola preferita dai sicari e la punta contro la tempia del camorrista. Poi, quando la vittima è a terra, gli spara il colpo di grazia dietro la nuca.
Nonostante quel documento così prezioso, polizia e carabinieri, non riescono in 5 mesi e mezzo a identificare il killer del rione Sanità. L'assassinio di Bacioterracino, rischia di diventare uno dei tanti omicidi non scoperti a Napoli. Lo scorso 28 ottobre, la Procura decide di render pubblico il filmato e diffonderlo alle redazioni, con la speranza che qualcuno si faccia avanti dicendo di conoscere il killer e rivelarne il nome. Ma, la città, non risponde, preferisce il silenzio. È un confidente a fare la «soffiata»: il sicario è Costanzo Apice.
La decisione della Procura di giocarsi la carta del video suscitò qualche polemica politica, anche perché, un uomo che si trovava accanto a Bacioterracino, poco prima che il camorrista fosse ucciso, fu indicato in un primo momento dagli investigatori, come il «palo», colui che indicò al sicario.
Un paio di giorni dopo la diffusione del video, un uomo impaurito e incensurato, dipendente comunale, si presentò in Procura e disse: «Quello che voi chiamate lo specchiettista, sono io ma sono anche una persona perbene».
Il dipendente comunale fu scagionato e non senza paure, ritornò nel rione Sanità.
carminespadafora@libero.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.