Poi uno dice quantè facile fare la popstar. Alessandra Amoroso è sbocciata ad Amici di Maria De Filippi e negli ultimi tre anni non sè fermata neanche un po: un mini cd, poi due dischi di inediti per un totale di seicentomila copie vendute (seicentomila, avete letto bene: roba ai livelli di Vasco e compagnia cantante) e infine un paio di tournèe con tanto di Forum di Assago tutto esaurito. Ieri, così per gradire, ha anche cantato sei brani sulla scalinata più famosa del mondo, quella di Trinità dei Monti: cerano diecimila fan ad applaudirla tanto che lei presentava il suo primo disco dal vivo, Cinque passi in più, che nella edizione deluxe include anche un dvd e, soprattutto, snocciola altre cinque canzoni inedite, tra le quali È vero che vuoi restare sfoggia realmente una marcia in più. Praticamente un altro disco dentro quello registrato dal vivo. Ovvio che, come il Forrest Gump marciatore, adesso lei sia un po stanchina: «A Bologna questinverno durante un concerto sono pure svenuta come una pera cotta dalla stanchezza, ero dietro i led del palco ma mi hanno visto in tanti». Quasi senza accorgersene, Alessandra Amoroso, che ha venticinque anni ed è un peperino, è diventata uno dei simboli delle popstar di nuova generazione, amatissime dal pubblico ma talvolta bocciate dal crudele snobismo della critica. «Ma a me piace molto far cambiare idea, e ci metto il cuore per riuscirci», spiega sorridendo tirata, giusto un attimo prima di passare in video a Ti lascio una canzone su Raiuno. La voce, quella cè, e pure bella, eclettica il giusto, sanguigna e dal timbro assai personale. E cè stata pure la regolamentare gavetta, nel senso che la Amoroso non è mica spuntata dal nulla su di una carrozza trainata da purosangue bianchi: ha fatto, come quasi tutti, il suo calvario di concertini e provini, di porte sbattute e di voragini di autostima, finché nel 2008 è entrata ad Amici. E il pubblico, quasi per magia, lha adottata perché cè, in questa ragazza con il vento nella voce, quella calamita popolare che inevitabilmente garantisce il successo. Quanto a lungo, non si sa: è in fondo il mistero della musica leggera (e del temperamento dei singoli artisti). Oltretutto il repertorio, molto spesso firmato da Federica Camba e Daniele Coro e arrangiato da Dado Parisini e Celso Valli, si è incastrato in un segmento del pop italiano che è stato a lungo scoperto. E adesso, tanto per chiarire quanto grande sia diventato il suo pubblico, è così amata che (in una sola settimana) le notizie su questo disco hanno raggiunto sette milioni di visualizzazioni sul web. Sette milioni. «Però io non sono mai sicura, ho sempre lansia che mi perseguita. Non lavoro certo in miniera, ma la mia vita, specialmente da quando ho dovuto andar via da Galatina per vivere da sola, è diventata emotivamente davvero dura. Per fortuna ho il mio fidanzato Luca...».
Insomma, quando ieri allora di pranzo è salita sul piccolo palco che guardava Piazza di Spagna, è scattata unovazione che non era più il volatile frutto della frenesia post talent show. Ma autentico entusiasmo, come da copione pop.
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