Politica

Anche gli industriali in piazza a Napoli: «Bassolino vattene»

da Napoli

Un pensionato con il pannolone annodato sui pantaloni e un cartello legato al collo, «i nostri amministratori ci hanno ridotto cosi» è il più fotografato. Ma, quello che Peppino urla, senza megafono ma, con quanta voce ha in gola, è irripetibile. Ce l’ha con Bassolino e Iervolino, contro la malasanità, la pessima qualità dei trasporti e il carovita e, contro tante altre cose. Ecco, il significato della manifestazione di ieri mattina «Campania day» è racchiuso nel disagio che Peppino ha gridato, da piazza Municipio, fino a via Santa Lucia. Ovvero: da Palazzo San Giacomo, dove risiede il sindaco Iervolino, a Palazzo Santa Lucia, quartier generale del governatore Bassolino.
Cisl e società civile (48 vivacissime sigle), gli industriali fuoriusciti da Confindustria Napoli, accusata dai «dissidenti» di essersi «troppo appiattita sul bassolinismo dilagante», hanno portato in piazza diecimila napoletani e campani. Un corteo chiassoso ma civile, rabbioso ma composto. «Chi non salta Bassolino è», hanno urlato e «zompettato» i più giovani. Ma, anche slogan duri, che non si erano ascoltati neppure un mese fa, quando era sfilato il centrodestra (stesso punto di partenza, stesso punto di arrivo). «Rifiuti e spazzatura, indagini in Procura». Oppure: «Antonio e Rosetta, il carcere vi aspetta».
Non c’erano la bandiere di partito ma, solo quelle della Cisl e, tra gli altri, gli striscioni delle associazioni «Napoli punto a capo», che apriva il lungo corteo, «Napoli liberal», «Campania sanità». La società civile, dopo anni di silenzio, è tornata a farsi sentire, con una presenza massiccia, tra industriali, professionisti e intellettuali. Sono scesi in campo da pochi mesi «per voltare pagina», come recita uno dei loro slogan. C’era qualche esponente di partito, consiglieri regionali di centrodestra e centrosinistra.
Ninni De Santis, fuoriuscito di Confindustria e tra i creatori di «Napoli liberal», dal palco di Santa Lucia, demolisce il falso mito della metropolitana napoletana. «Si vantano della metro, che altro non è che una serie di gallerie d’arte moderna dove ogni tanto passa un treno. Abituati alle loro auto blu, non sanno di che cosa parlano». Paolo Monorchio «Campania sanità»: «La nostra regione va rifondata, a cominciare dalla sanità: tanti milioni spesi ma la qualità negli ospedali è ridotta».


carminespadafora@libero.it

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