Anche lo skatebord ha il suo film

Il documentario racconta la rivoluzione culturale del «surf a rotelle» nella California degli anni ’70

Alessandra Miccinesi

Un weekend all’insegna della passione. Che sia una grande storia d’amore - come quella raccontata da Nick Cassavetes nell’epopea nostalgica di «Le pagine della nostra vita» - o l’impulso a trasformare un sogno in realtà - il pattinaggio artistico, nel caso di «Un sogno sul ghiaccio» nella commedia di Tim Fywell con Joan Cusak e Michelle Trachtenberg, o lo skateboard nel documentario di Stacey Peralta «Dog Town and Z-Boys» - poco importa. Al cinema il pubblico vuole soprattutto emozionarsi e le uscite programmate in questo primo weekend estivo non deluderanno le aspettative. Tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks e diretto da Nick Cassavetes esce all’Adriano, Cineland, Intrastevere, Jolly, King, Maestoso, Metropolitan, Ugc, e Warner Medici «Le pagine della nostra vita», una struggente love story ambientata negli anni ’40 in una cittadina costiera del Nord Carolina. Durante l’estate, due adolescenti di diverse estrazioni sociali si innamorano: lui, l’eclettico falegname Noah Calhoun (Ryan Gosling) vorrebbe mettere su famiglia con l’altolocata Allie Hamilton (Rachel McAdams), ma la madre di lei (Joan Allen) si oppone. Separati nel corpo e nella mente, non nel cuore - Allie parte per l’università, Noah viene spedito al fronte - entrambi proveranno a consolarsi con altri partner, ma i due sono destinati a ritrovarsi. A raccontare la loro storia, molti anni dopo in una casa di riposo, è un uomo (James Gardner) il quale attraverso la lettura di un diario prova a risvegliare i ricordi di una donna (Gena Rowlands) la cui memoria - svanita - riemerge solo per brevissimi istanti.
Skateboard, la genesi. Con il documentario «Dog Town and Z-Boys» Stacey Peralta racconta ai profani dello skateboard la rivoluzione culturale provocata dalla nascita della leggendaria micro-tavola da surf a rotelle. Anziché cavalcare le onde dell’oceano, emulando la generazione abbronzata dei boys che John Milius descrisse nel cult movie «Un mercoledì da leoni», un gruppo di ragazzi del degradato quartiere di Dogtown, tra Santa Monica e Venice, negli anni ’70 iniziò a mordere rabbiosamente l’asfalto con tavole da surf pensate per domare il cemento. Le loro evoluzioni fanno ancora storia (Adriano, Ugc).
Affronta il tema della pedofilia - accusa infamante - il terzo film scritto, interpretato e diretto da Stefano Calvagna con un cast in cui spiccano i nomi di Valentina Pace, Flavio Bucci e Ivo Garrani. «L’uomo spezzato» ingigantisce sullo schermo il dramma pubblico e privato di un professore d’arte, Stefano Malavasi (Calvagna), sposato e padre di famiglia, accusato ingiustamente di molestie sessuali da una studentessa tredicenne (Federica Sbrenna).

Per la comunità Malavasi acquisisce i tratti del mostro: pedofilo. Marchio che non sbiadisce nemmeno quando la ragazzina, pentita, riabilita il prof ammettendo di aver raccontato una menzogna (Lux, Cineland, Roxy, Odeon, Cinestar Cassia).

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