Ancora orrore in Afghanistan Bimbo impiccato dai talebani

La piccola e innocente vittima aveva solo 8 anni e la sfortuna di vivere in Afghanistan, nella turbolenta provincia di Helmand, una delle più infestate da tagliagole vari come i talebani, i signori della droga e criminali comuni. Il bambino non aveva colpe, ma lo hanno impiccato lo stesso. Probabilmente gli hanno messo un cappio al collo dopo averlo ucciso a freddo, come ultimo sfregio nei confronti del padre, che indossa la divisa della polizia locale. Anche in una terra come l’Afghanistan, dove nello scorso anno la guerra ha ammazzato due bambini al giorno, una storia del genere fa impressione. Il governatore della provincia di Helmand ha puntato subito il dito contro i talebani con un comunicato ufficiale. Pure il consiglio degli ulema e la commissione dei diritti umani hanno condannato il crimine accusando gli insorti. I seguaci di mullah Omar smentiscono parlando di propaganda di regime. Fonti afghane de Il Giornale sospettano che possa trattarsi di un sequestro finito male o di una faida tribale. L’unico dato certo è che un ragazzino di 8 anni, fatto penzolare da una forca senza pietà, non c’è più.
La banda di moderni Erode si è portata via il bambino afghano cinque giorni fa nell’area di Charkh Azad nella provincia meridionale di Helmand. La zona si trova nel distretto di Gereshk famoso per l’attivismo dei talebani che ne controllano una parte. L’unica colpa dello sfortunato ragazzino è di avere il padre arruolato nella polizia locale, una specie di milizia, l’Arbakay che dovrebbe mantenere l’ordine nei villaggi più remoti. In realtà sono le unità più infiltrate dai talebani essendo originari del posto. «I militanti avevano avvertito il padre: doveva arrendersi, consegnare la sua auto della polizia e le armi, altrimenti avrebbero ucciso il figlio», ha dichiarato Daoud Ahmadi, portavoce del governatore di Helmand. Secondo il corrispondente di Tolo tv a Kandahar, il principale canale privato afghano, i talebani volevano convincere l’ufficiale di polizia a fare la spia per loro. Il genitore si è rifiutato ed i suoi colleghi hanno cercato di trovare il nascondiglio dei sequestratori per liberare il bambino. «Quando il padre ha detto no al ricatto talebano il piccolo ostaggio è stato brutalmente ucciso», recita un comunicato del governatore. Secondo alcune fonti sarebbe stato subito impiccato. Altre sostengono che lo hanno prima ucciso e poi appeso ad un cappio, come monito al padre poliziotto che ha dimostrato la sua fedeltà allo stato. Purtroppo il risultato non cambia: il corpicino senza vita è stato riconsegnato alla famiglia sabato. Uno dei portavoce dei talebani, Yousuf Ahmadi, ha smentito il coinvolgimento degli insorti: «Per quanto ne sappiamo, fino a questo momento, non siamo stati noi. Si tratta di propaganda del governo fantoccio di Kabul». Peccato che non più tardi di un anno fa, sempre nella provincia di Helmand, i talebani avevano impiccato un altro bambino, di 7 anni, accusandolo di essere una spia. Non solo: nei distretti dell'Afghanistan meridionale, in parte controllati dagli insorti, i gruppi armati sono una galassia frammentata. Molti rispondono ai comandanti locali più che a mullah Omar.
Se i talebani non hanno a che fare con l’impiccagione, fonti afghane de Il Giornale sospettano che potrebbe trattarsi di criminali comuni, legati la traffico di droga fiorente nell’Helmand tappezzato di piantagioni di oppio o di una faida tribale. In ogni caso per piegare un ufficiale di polizia i tagliagole hanno rapito un bambino di 8 anni.

Lo scorso anno sono rimasti uccisi 739 minori. In media due bambini o ragazzini al giorno hanno trovato la morte. Il 17 per cento per colpa delle forze afghane o della Nato, mentre i restanti due terzi sono stati ammazzati dai talebani.
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