Anna Maria Tulli, una fotografia che veste a pennello

Non c’è donna che non desideri un abito unico, in esclusiva, un abito che verrà indossato solo da lei. Un desiderio che, a meno che non si sia delle regine, resta un sogno nel cassetto, irrealizzabile. Eppure c’è chi, come Anna Maria Tulli, fotografa-artista-design, ha scoperto grazie a una fantasia sconfinata, il modo di fare capi assolutamente irripetibili e destinati solo a chi li metterà, accessibili alle vere intenditrici. Già, perché sulla gonna o sul pantalone, sull'abito da sera o sulla blusa, ci stanno stampate le foto della signora interessata o quelle dei suoi figli o di chi preferisce avere addosso come un gioiello.
L'idea è a dir poco geniale ed è alla portata di chiunque voglia fare un giro alla Citybank di via Tommaso Grossi dove la stravagante stilista ha allestito una mostra (fino al 16 novembre) dove si possono ammirare non solo vestiti o tagli di stoffe da confezionare ma anche numerose sue opere capaci di rendere vive le grandi pareti della banca. Doppiatrice da sempre, appassionata fotografa da sette anni, Anna Maria Tulli, romana d'origine ma milanese innamorata di Milano («non tornerei più a Roma»), ha iniziato, quasi per caso, questa strana strada dell'arte a tutto tondo. «Ho ricevuto in regalo una delle prime macchine fotografiche della nuova generazione - racconta - e da allora è stato uno studio e un approfondimento continui delle tecniche di elaborazione». In pratica i suoi scatti si trasformano in opere d'arte compiute, precedute da un'accurata ricerca di materiali nuovi sempre differenti dal gesso all'alluminio, dal pvc trasparente al plexiglass al legno al rame alle resine fino a finire sul raso di seta, a volte mischiato all'elastam. Le foto sono ad altissima risoluzione (17 milioni di pixel) e, fondamentale, «uso solo immagini scattate da me: solo in via del tutto eccezionale, accetto foto di altri».

Da vedere sono i nuovi «ritratti di famiglia», dove la pittura si sovrappone alla foto digitale per un risultato sorprendente. «Obiettivo futuro sono i mega cartelloni stradali che vorrei far risultare perfetti. Devo solo aspettare la nuova macchina fotografica da 20 milioni di pixel».

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