Caro Antonio Cabrini, chi gliel’ha fatto fare?
«Nessuno, è stata una mia scelta. Per la verità, ho aspettato che si facesse avanti qualche società. Poi ho firmato per l’Isola dei famosi».
L’ultima squadra che ha allenato?
«La nazionale siriana, per sei mesi. Avevo un contratto di tre anni, ma dopo due partite per le eliminatorie mondiali me ne sono andato».
Come mai?
«Sono molto arabi, hanno i loro tempi, domani può essere tra un mese. Manca proprio l’organizzazione».
Avrà preso un sacco di soldi...
«Macché, niente di niente. Infatti c’è un contenzioso con la Fifa. Ma l’aspetto economico è secondario, la qualificazione mondiale sarebbe stata una bella vetrina».
Senta Cabrini, lei l’ha mai visto un reality?
«Solo facendo zapping, mai più di dieci minuti. L’Isola dei famosi mi è sembrato il più divertente».
In famiglia cosa le hanno detto?
«Ormai i figli sono grandi. La mia compagna era d’accordo».
Boniperti lo sa?
«Io non gliel’ho detto».
E l’Avvocato approverebbe?
«Mah... Volevo staccare dal calcio, che mi ha tanto deluso».
Chi conosce dei concorrenti?
«Più o meno tutti, ma soltanto di vista».
Il suo favorito?
«Luxuria. Mi sembra una tosta».
Se fosse eliminato per primo o comunque presto, sarebbe un dramma?
«Assolutamente no. È un gioco, la prendo come una vacanza».
L’attira il premio al vincitore?
«Non so nemmeno quant’è».
L’ingaggio, a occhio e croce, è da C2...
«Non vado certo per i soldi».
Cosa metterà in valigia?
«Non si può portare niente. Metterò un materassino, per dormirci su».
Ha paura della fame?
«Figuriamoci, vengo da una famiglia di agricoltori».
C’è qualcosa che la spaventa?
«No, sull’Isola no. So bene però che è una vetrina che può diventare controproducente. M’immagino un presidente che dice: ha fatto L’Isola dei famosi, come posso affidargli la mia squadra?».
Lei non è un tipo litigioso. Però la convivenza forzata...
«Non sarò di sicuro io ad attaccare briga se mai capitasse l’occasione. In questo senso fare l’allenatore è stata una bella scuola».
La sua compagna non è gelosa delle vamp dell’Isola?
«Assolutamente no, ci mancherebbe. Mi conosce bene».
Ma lei è uno che tacchina le ragazze, se capita?
«Per carità, le più belle, come Belen e Veridiana, sono più giovani di mia figlia, che per la cronaca ha ventiquattro anni».
Cabrini ai tempi d’oro era soprannominato il bell’Antonio. Ora avrà per rivali dei fustacchioni come Lago e Tumiotto...
«In quel campo ho già dato, è giusto lasciare spazio alle nuove leve».
Non le scrivono più le ammiratrici?
«Poche, e tutte stagionate».
Proposte di matrimonio?
«Finite da tempo».
Lago è un tronista, sa cosa vuol dire?
«Penso che riguardi la trasmissione della De Filippi».
Lei lo farebbe il tronista, se potesse togliersi qualche anno?
«Non credo che ne avrei bisogno».
Probabilmente lei è nato con vent’anni d’anticipo, col calcio di oggi sarebbe diventato miliardario...
«Può darsi. Ma non mi posso lamentare. Oggi è un altro mondo, io preferisco di gran lunga il mio».
Invidia più Mourinho o Cristiano Ronaldo?
«Mourinho, perché è un collega. Mi piace: è anomalo, molto spontaneo, molto diretto. E ha delle idee».
Lei come mai non ha sfondato come allenatore?
«Mah, forse il nome è un’arma a doppio taglio. E poi non sono portato ai compromessi».
Il suo ex compagno Prandelli invece è arrivato in alto...
«Sono felice per lui, lo merita, è onesto, limpido, trasparente. Non per sminuire la Fiorentina, ma dovrebbe essere al Real Madrid o in una grande squadra inglese».
Adesso in tv la si vede come opinionista...
«Ho lavorato due anni al satellitare terrestre di Mediaset, poi sono stato spesso a Controcampo e su Telelombardia».
Le piace il calcio di oggi?
«No. Non c’è meritocrazia, per riuscire a entrare nella stanza dei bottoni devi leccare o prostituirti».
Più facile prevedere il vincitore dell’Isola o del campionato?
«Credo del campionato. Io per lo scudetto dico Milan».
Ma in difesa potrebbe giocare anche lei...
«Uno forte come Maldini non l’ho più visto negli ultimi vent’anni».
Ronaldinho l’avrebbe comprato?
«Al volo».
Chi è il suo erede?
«Mah, è cambiato il modo di giocare. In Europa scelgo Lahm, in Italia Grosso».
Il più grande calciatore di sempre?
«Faccio cinque nomi: Pelé, Maradona, Platini, Cruijff e Zico».
E di oggi?
«Buffon».
Fa ancora il tifo per la Juve?
«A Torino ho vissuto tredici anni...».
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