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"Appalti, un sistema spregiudicato"

La Cassazione: la cricca si muoveva in una situazione in divenire, caratterizzata dall’utilizzazione spregiudicata di un sistema di relazioni professionali che ha realizzato una rete di interessi intrecciati"

"Appalti, un sistema spregiudicato"

Roma - La "cricca" coinvolta negli appalti per la scuola dei marescialli dei carabinieri di Firenze e per altre opere, si muoveva in una "situazione in attuale divenire, caratterizzata dall’utilizzazione spregiudicata di un sistema di relazioni professionali e personali che ha realizzato una rete di interessi intrecciati" non legittimi. Lo sottolinea la Cassazione che ha appena depositato le motivazioni della decisione con la quale lo scorso 10 luglio ha deciso il trasloco dell’inchiesta fiorentina a Roma confermando le misure cautelari per Fabio De Santis, Guido Cerruti, e Francesco De Vito Piscicelli.

Un sistema di potere La Suprema Corte - con la sentenza 23427 affronta il tema della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per l’emissione delle misure cautelari nei confronti degli indagati. Ad avviso della Cassazione, i giudici fiorentini hanno fornito motivazioni "indicative di una situazione in atto ed in divenire anche con specifico riferimento ai fatti soppesi alle imputazioni allo stato formulato, idonee a configurare l’urgenza del provvedere provvisoriamente". In sostanza, secondo i giudici di piazza Cavour, l’emissione delle misure cautelari, sebbene firmate da un giudice territorialmente incompetente, sono motivate dalla gravità degli indizi di corruzione dei quali viene "dato conto". Il "perseguimento" degli interessi della cricca "si giova di un’azione dei pubblici ufficiali che - scrive la Cassazione - non è quella del funzionario che si attiva per esercitare anche i suoi poteri discrezionali ma solo per perseguire obiettivi legittimi". In particolare, gli indagati facevano parte "di un sistema di potere in cui appare normale accettare e sollecitare utilità di ogni genere e natura da parte di imprenditori del settore delle opere pubbliche, settore nel quale quei pubblici ufficiali hanno potere di decisione e notevole potere di influenza, e gli imprenditori hanno aspettative di favori". 

A Roma gli "scambi" Il "corrispettivo" pattuito dagli accordi della ’criccà, tra i quali l’appalto per la scuola dei marescialli dei carabinieri a Firenze rappresenta solo uno degli ’obiettivì cui mirare, è stato versato a Roma, in momenti diversi, per questo l’inchiesta fiorentina sul G8, legata alla scuola dei marescialli Cc, deve essere trasferita a Roma, ha sottolineato la Cassazione.

"Per Anemone la società era cosa sua" Dall’indagine in corso a Perugia sulla presunta cricca degli appalti emerge come Diego Anemone "considerasse le società come cosa propria, disponendo in pieno di esse". Lo ha scritto il gip Massimo Ricciarelli motivando il divieto applicato a quattro società del costruttore di contrattare con la pubblica amministrazione. Il giudice ha invece respinto la richiesta dei pm di nominare un commissario giudiziale. Provvedimento che riguarda ’Anemone costruzionì, ’Tecnocos’, ’Redim 2002’ e ’Appalti lavori progetti internazionalè. Il gip ha comunque limitato il divieto di contrattare - si legge nel provvedimento - "alla sola assunzione di appalti al di fuori di gare ad evidenza pubblica tali da garantire la concorrenza e la segretezza delle offerte". Il giudice ha tra l’altro rilevato che i reati contestati nell’ordinanza nei confronti della presunta cricca "siano stati commessi nell’interesse dell’intero sistema di società facenti capo all’Anemone e a concreto vantaggio delle quattro società cui la richiesta del pm si riferisce". 

De Santis e gli altri Nel sistema di affari della "cricca" Fabio De Santis, ex provveditore alle Opere pubbliche della Toscana (attualmente recluso a Sollicciano) "è, con altri, protagonista",.

Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni della sentenza 23427, appena depositate, con le quali ha detto "no" alla scarcerazione degli indagati nell’inchiesta G8 della Procura fiorentina e "sì" al trasferimento dell’inchiesta stessa a Roma, per competenza territoriale. 

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