«Apparire più bella è diritto della donna»

L’ex presidente della Camera: «Evitiamo di fare i bacchettoni»

«Le donne tutte rappresentate come pin up? Forse è il caso di fare delle distinzioni». Irene Pivetti sul tema bellezza a tutti i costi ha le idee molto chiare. Nessuno dimentica la conduzione di qualche anno fa in tandem con Platinette di Bisturi, nessuno è perfetto, in cui le donne, chiedevano di essere «sistemate» nei punti critici.
È d'accordo con le parole di Giuliano Amato sulle donne-pin up?
«Posso essere d’accordo e apprezzo le parole di Amato contro la massificazione del corpo della donna, ma forse bisogna fare delle precisazioni. Perché quando sento parlare di vergogna per l’eccessivo ricorso all’esaltazione della bellezza ho paura che si stiano alzando un po’ troppo i toni».
Del tipo?
«Chiunque di buon senso può dire che il corpo delle donne viene utilizzato per le campagne pubblicitarie perché è indubbiamente bello da guardare. Ma non mi sembra il caso di fare i bacchettoni. Si rischia di diventare maschilisti. L’abbellimento è una conquista della donna e trovo che sia giusto mettersi le creme o anche rifarsi il naso, se questo è ciò che la persona veramente vuole per se stessa».
È una questione di motivazione, quindi?
«Sì esatto, per fare un esempio mi ricordo che mia nonna, che era una che amava a modo suo essere sempre alla moda, si era comprata un paio di stivali, ma suo padre non voleva assolutamente. Una sera si è infilata di corsa nel letto, con tanto di stivali infilati, per non farsi vedere. Credo che dire che ciò che tende alla bellezza è per forza un male è del tutto sbagliato. Essere belle deve essere una scelta della donna. Farsi belle per compiacere agli uomini è l’errore.

Quando conducevo Bisturi, la prima discriminante tra chi veniva accettato per fare l'operazione e chi no era una sola: perché lo vuoi fare? Chi rispondeva: “lo faccio perché al mio fidanzato non piacciono le ragazze con poco seno”, era automaticamente scartato».

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