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Appello degli agricoltori europei «Abolire le barriere agli ogm»

Fnb: «Il biotech è la risposta ai bisogni della popolazione». Italia e Grecia sono i fanalini di coda

da Roma

La rivoluzione per il biotech degli agricoltori europei parte con un appello ai delegati Fao riuniti a Roma. Senza ogm, avvertono gli agricoltori, non sarà possibile rispondere ai nuovi e crescenti bisogni della popolazione mondiale. Dunque anche l’Europa deve fare la sua parte adottando «politiche più favorevoli alle biotecnologie agricole, che diano sostegno alla libertà di mercato e aboliscano le barriere normative non necessarie», scrivono gli agricoltori in una lettera inviata, tra l’altro, al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso per sollecitare lo sblocco delle autorizzazioni per la produzione o l’importazione di quasi 70 prodotti ogm.
«Le biotecnologie sono uno strumento essenziale per far fronte alle necessità di una popolazione in continuo aumento, facendolo all’insegna della sostenibilità. L’Europa deve giocare la sua parte nell’aumentare la disponibilità di cibo a livello mondiale», osserva il presidente del Farmers Biotechnology Network (Fnb) l’inglese David Hill.
Gli ogm, ricorda, sono regolarmente coltivati in 23 Paesi da 12 milioni di agricoltori su una superficie complessiva di 114 milioni di ettari, cresciuta del 12 per cento lo scorso anno. «Oltre 12 anni di utilizzo hanno dato modo di dimostrare quali importanti benefici derivino dalle culture sviluppate dalle biotecnologie – aggiunge Hill –. Gli agricoltori europei invece restano esclusi dall’innovazione a causa dell’attuale situazione di stallo».
Anche dentro l’Europa poi ci sono situazioni diverse. I Paesi più indietro sul fronte del biotech sono Grecia e Italia, come spiega il vicepresidente dell’Fnb, un italiano, Giuseppe Elias, che possiede un’azienda di 600 ettari nella zona di Lodi. «Coltivo mais, grano e poi ho un allevamento di vacche da latte. Sono stato tra i primi, dieci anni fa, a fare i primi test sul mais e ho potuto toccare con mano i risultati rivoluzionari di questo tipo di coltivazione che ora in Italia è del tutto proibita. È proibita persino la sperimentazione», racconta.
L’agricoltore invece si dice convinto che non ci siano altre vie percorribili. «Il biotech è la risposta della scienza ai bisogni crescenti della popolazione mondiale. Una risposta da dare oggi che varrà anche per il futuro – dice Elias –. La richiesta di mais e di soia aumenta e la capacità produttiva delle superfici messe a coltura non sarà in grado di produrre quanto serve: una delle risposte è la biotecnologia. Anzi la risposta più importante».
In molti però anche fra gli stessi agricoltori ed esperti del settore respingono l’introduzione degli ogm perché sarebbero dannosi per l’uomo e l’ambiente. Tesi secondo Elias assolutamente infondata. «Non esiste una ricerca seria che dimostri che gli ogm siano dannosi per la salute o per l’ambiente – continua Elias –. Da sempre l’uomo introduce modifiche nella natura per renderla più produttiva ma anche più sana. Oggi il mercato ci richiede un prodotto perfetto sotto tutti i punti di vista: dalla qualità alla sicurezza. L’unico prodotto che risponde a questa richiesta è quello biotech, controllatissimo su tutta la filiera. Io dico che se si vuole mangiare bene e sano non si può fare a meno del biotech».
Nessuna certezza dunque su eventuali e mai provati danni per l’uomo ma invece certezza assoluta di un progressivo impoverimento dell’agricoltura europea, per incapacità di competere sul mercato mondiale senza il biotech.

«Nel lungo periodo non saremo in grado di reggere il confronto e le nostre coltivazioni saranno destinate a scomparire – profetizza Elias –. Oltretutto già oggi il biotech è sulle nostre tavole. Il problema è che lo mangiamo, ma non lo produciamo».

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