Cronaca locale

Architettura&Benessere

Il nuovo lusso? Una capanna nel bosco, totalmente immersa nella natura, con tutti i comfort e un servizio dieci e lode. Una provocazione? Tutt'altro. Lo chiamano «eco-lusso»: una nuova immagine di benessere psicofisico che investe anche la sfera etica. Segnali del contemporaneo: passato di moda il prototipo del miliardario spocchioso con il sigaro in mano che butta mozziconi e cartacce dal finestrino della limousine, oggi c'è più consapevolezza, lo status symbol non è più sinonimo di sofisticazione ma di naturalità e responsabilità. E così, complice la crisi che sta rimettendo in discussione il nostro essere come siamo, si passa dallo sfarzo esibito alla ricchezza interiore, dalla grandeur fine a se stessa alla cura del dettaglio, dalla rutilante bulimia di emozioni alla ricerca dell'esperienza selezionata. L'architettura non fa eccezione, anzi, fa tendenza, e non solo quando si parla di soluzioni residenziali sul modello di Greenhouse, il cohousing a impatto ridotto che sorgerà a Lambrate entro un paio d'anni. Sono soprattutto i luoghi deputati all'ospitalità e al benessere, come resort e spa, a fare scuola. Fin dai tempi in cui - il mondo romano insegna - proprio le terme e le strutture balneari (il nostro wellness, per intenderci) rappresentavano un elemento imprescindibile di socialità, e un infallibile specchio dei tempi. Allo spazio Fmg per l'architettura di via Bergognone 27, la mostra «I feel good! Il mondo delle terme attraverso due progetti di Mario Botta e Matteo Thun» (da domani al 31 luglio, ingresso libero, martedì-sabato ore 15-20, www.spaziofmg.com)) sembra fatta apposta per ricordarcelo. Sotto i riflettori due realizzazioni in cui l'architettura si riappropria del ruolo che le compete: un atto interpretativo in grado di leggere l'oggi e aprire squarci sul domani. Nell'assoluto rispetto del contesto. Entrambe le spa sono situate nell'arco alpino, entrambe si confrontano da vicino con l'elemento naturale, con tutta la sua forza evocativa. Botta presenterà il Wellness Centre Tschuggen Bergoase costruito ad Arosa, nelle Alpi svizzere, tra il 2003 e il 2006, mentre Thun mostrerà il Vigilius Mountain Resort realizzato nel 2003 in Alto Adige. Tornare alle origini, immergersi in un mondo che cancella i confini tra architettura e natura: questa la sfida delle due archistar, che hanno dato risposte molto diverse fra loro alle nuove esigenze del benessere. A 1500 metri di altezza sopra Lana d’Adige, vicino a Merano, il Vigilius Mountain nasce come progetto di rivitalizzazione dell'intera area. Partendo dall'ampliamento di una preesistente struttura alberghiera, il nuovo edificio reinterpreta in termini innovativi le tradizionali costruzioni locali in legno. Il corpo del bulding si sviluppa principalmente in lunghezza con andamento nord-sud ed è composto da due piani fuori terra e uno interrato: un volume che si adagia sul terreno e segue il profilo della montagna diventando parte integrante del paesaggio. Quest'ultimo diventa così oggetto di esame e sperimentazione, proprio come avviene nel Wellness Bergoase. Arosa si trova in una conca naturale di straordinaria bellezza, dove il confronto fra uomo e natura è una costante. «Costruire senza costruire» è l'espressione che riassume l'intero progetto di Botta: affermare la presenza del nuovo attraverso corpi emergenti, lasciando interrato il grande volume funzionale. Quest'ultimo, quindi, scompare nella terra lasciando emergere solo propaggini vegetali e meccaniche che, lette nell'economia del villaggio, diventano segnali di una struttura a carattere ricreativo e collettivo: il visitatore che giunge dall'esterno vedrà emergere dalla montagna grandi foglie in metallo e vetro che favoriscono, fra l'altro, l'illuminazione degli spazi sottostanti. L'interno, esteso su quattro livelli, si presenta come un unico grande ambiente terrazzato che segue l'andamento del pendio. Botta e Thun saranno presenti domani, dalle 21.

15, alla sede dell'Ordine degli Architetti (via Solferino 19), per un incontro-confronto sulle loro opere.

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