da Roma
Il cinema nostrano? Non solo due camere e cucina, ma pure un casolare e Baci Perugina, stando alla commedia Lezioni di cioccolato (dal 23 nelle sale), esile film corale di Claudio Cupellini, emerso lanno scorso con 4-4-2. Il gioco più bello del mondo e ambientato a Perugia, città in debito dimmagine, dopo lefferata uccisione duna studentessa inglese. Inseguendo londa Usa delle pellicole destinate a chi mangia con gli occhi e ama vedere sul grande schermo pentolame e affini (da Ratatouille ad Sapori & Dissapori, per ricordare le più recenti) e magari citando il ben più interessante Chocolat, con una Juliette Binoche impeccabile, Lezioni di cioccolato vorrebbe avere valore di soglia. Nel senso che, per la prima volta, lamericana Universal distribuisce un prodotto italiano, nato per reclamizzare un marchio (ma qui, poi, diventano tre) e dunque infila la porta stretta del «product placement», quel piazzamento del prodotto così vincolante per la sceneggiatura e per il pubblico, invitato a condividere un maxi-spot, dopo aver pagato il biglietto. Certo, un regista come Zemeckis può imbastire unode pubblicitaria, intorno alla Federal Express (FedEx), ma gli impatti non sono uguali.
La storia, ambientata anche tra Narni, Terni e Spoleto (lUmbria Film ha fornito il suo appoggio), parte da uno scaltro imprenditorello (Luca Argentero), che per resistere sul mercato apre cantieri senza ponteggi, con operai extracomunitari al nero. Il codino da hidalgo di provincia, questo trentenne senza scrupoli prenderà una tranvata socio-esistenziale il giorno in cui il muratore Kamal (legiziano Hassani Shapi, utilizzato da Lucas in Guerre stellari e dalla tivù inglese, soprattutto in ruoli da terrorista) cadrà dal tetto dun casolare in ristrutturazione, infortunandosi gravemente. «Mancavano solo tre tegole!», è il commento dei furbetti del cantierino. «O prende diploma, o prende denuncia!», minaccia Kamal, che voleva diplomarsi alla Scuola del Cioccolato di Perugia, per aprire una pasticceria allombra delle Piramidi e, ora, con le braccia ingessate, escogita di farsi sostituire dal padrone alle lezioni di cioccolato. Intorno al perno del doppio ruolo, scattano varie situazioni: la prima della classe in cioccolatini (Violante Placido) sinnamorerà di Mattia/Kamal; il mastro cioccolataio (Neri Marcorè) chiuderà un occhio; il padrone e loperaio diverranno amici e legiziano sfornerà il cioccolatino perfetto, vincendo il concorso. Insieme allalimento preferito dai Maya, insomma, si assaggiano i temi dellemigrazione e del volontariato. «Tratto in modo leggero lemigrazione, sullo sfondo duna storia damicizia tra due persone diverse. Spero di dare buonumore, trasmettendo il messaggio: chiunque può farcela», spiega Cupellini.
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