Cultura e Spettacoli

Gli argentini rivogliono le spoglie di Borges

Il partito peronista oggi al potere vuol riportare in patria le spoglie del sommo poeta. Troppo fuori dagli schemi per vincere un premio Nobel, ma venerato dai suoi connazionali

Un mito della letteratura, anche se a lui il premio Nobel non l'hanno mai voluto dare. Jorge Luis Borges era troppo fuori dagli schemi, in tempi in cui sono il conformismo e la mediocrità a dettare legge. Ora i suoi connazionali lo rivogliono in Patria. Per trattarlo come merita, come un eroe. A chiederlo il partito peronista al potere in Argentina sta cercando di ottenere dal parlamento la restituzione delle spoglie del grande poeta e scrittore di racconti al limite tra letteratura e filosofia morto nel 1986. Ottantasettenne, da tempo non vedente, ma ricco di sapienza dopo aver scritto capolavori immortali come l'Aleph o La biblioteca di Babele. A opporsi alla traslazione della salma è la vedova Maria Kodama che dopo essergli stata amorevolmente accanto lo seppellì nella tomba numero 735 del cimitero monumentale di Plainpalais della zona antica di Ginevra, in Svizzera. «Vogliamo rispettare la volontà di Borges che nella giovinezza e in età matura ha sempre espresso il desiderio di riposare nella tomba di famiglia, vicino ai suoi antenati» nel cimitero di La Recoleta a Buenos Aires, spiega il presidente della Società argentina degli scrittori e biografo di Borges, Alejandro Vaccaro. Gli argentini non si rassegnano e una proposta di legge verrà presentata a fine mese. Replica decisa Maria Kodama che definisce «terribilmente triste» il fatto che un governo pensi di poter «disporre del corpo di qualcuno, cioè di una cosa sacra. Non sono arrabbiata - ha dichiarato alla stampa locale - sono addolorata per quello che sta succedendo». Parole che non convincono la deputata peronista, Maria Beatriz Lenz, autrice della proposta. Ma la vedova Maria Kodama assicura che il marito «voleva riposare in pace in Svizzera» e che «Vaccaro sta cercando di approfittarsi del nome di Borges». Discusso in vita. E ora anche dopo.

Come tutti gli immortali.

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