Milano - Erano passate poche settimane dal suo arrivo a scuola. Poco tempo, prima di imporre il proprio «metodo». In classe, un clima cupo fatto di molestie e maltrattamenti. A raccontarlo, otto alunni di una quarta elementare di Quarto Oggiaro, nell’hinterland di Milano. Tornando a casa, ai genitori, confidano che in aula succedono cose «strane». Lui, il nuovo insegnante, che prende i bambini sulle ginocchia e li tocca, che mette le mani nei pantaloncini. O, ancora, che li spinge a tormentare alcuni compagni. Confidenze che dai bambini arrivano agli adulti, per poi rimbalzare al preside. Che prende tempo prima di presentare una denuncia. A gennaio, l’arresto. A. S., 42 anni di origine napoletana, finisce ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale continuata e maltrattamenti. Indagato a piede libero per omessa denuncia e concorso in violenza (come «culpa in vigilando») il dirigente scolastico, a cui è contestata anche la truffa allo Stato. Perché - è la tesi degli inquirenti - avrebbe consigliato al maestro di fingersi malato dopo le prime segnalazioni dei genitori, così da allontanarsi dalla scuola.
Si consuma tutto nell’arco di due mesi. A. S., al primo incarico di ruolo, entra all’elementare a settembre. A novembre, le prime voci. Sono quelle di alcuni colleghi e dei genitori dei bambini. Otto, in particolare, avrebbero subito le attenzioni dell’uomo. Molestie, anche se mai veri e propri atti sessuali. Tutti maschi tra i nove e i dieci anni, eccetto una bimba. Quest’ultima, affetta da handicap. Le storie dei piccoli raccontano di come l’uomo li avrebbe fatti sedere sulle sue gambe, di come sarebbero stati toccati, delle caramelle offerte dicendo «venite, che vi do il Viagra», e in un’occasione di come li avrebbe spinti a spogliare un compagno di classe. Episodi ribaditi nell’incidente probatorio, terminato ieri davanti al gip Giovanna Verga.
Subito avvisato, il preside avrebbe lasciato cadere i richiami. Prima, chiedendo una denuncia scritta. Poi, consigliando al maestro di mettersi in malattia. Così per un mese. E infine, solo in prossimità delle vacanze di Natale, parte la segnalazione alla Procura. Quando i genitori dei bambini ritirano i piccoli dalla scuola. In gennaio l’arresto. A. S. è i domiciliari a Napoli. Secondo il gip, una misura sufficiente a evitare la reiterazione del reato. Il pm Marco Ghezzi, invece, aveva chiesto il carcere.
Al giudice, il maestro assicura di «non aver mai fatto niente». Per l’avvocato Davide Barba, che assiste l’insegnante, «l’indagato è estraneo a ogni addebito». E un altro dei suoi difensori alza il tiro. «È una campagna di demonizzazione nata dopo che un bambino si era lamentato per un rimprovero. Questa è una seconda Rignano».
Preoccupato il commento di Barbara Pollastrini, ministro uscente per le Pari opportunità. «Se le accuse venissero confermate, ci troveremmo davanti a un’altra pagina buia. L’orco cattivo sarebbe la persona a cui affidiamo con più fiducia i nostri figli».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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