da Roma
«L'avvocato Guerrieri è un avvocato che sa che la giustizia italiana non è uguale per tutti». Sarà per questa concretezza un po' cinica; sarà perchè - come dice Alberto Sironi - Non è un principe del foro, non è ricco nè famoso, non è un vincente, visto che la moglie lo lascia già alla prima pagina del romanzo». Insomma: sarà per questa sua dimensione assolutamente comune, che l'avvocato Guerrieri - protagonista dei romanzi di Gianrico Carofiglio - s'avvia a diventare un vero antieroe della letteratura gialla italiana. «E a candidarsi quindi come protagonista ideale delle nostre fiction - osserva il regista Sironi, che dai primi due gialli di Carofiglio ha tratto gli omonimi film-tv, in onda su Canale 5 stasera e mercoledì: Testimone inconsapevole e Ad occhi chiusi - Guerrieri è un avvocato coraggioso. Perché ha pazienza, è testardo, lavora a piccoli passi. Perché accetta di difendere anche quelli che non hanno soldi». «E soprattutto perché, per difendere qualcuno, ha bisogno d'essere realmente convinto della sua innocenza - fa osservare Emilio Solfrizzi - il che rappresenta un'autentica rarità». E proprio al volto di Solfrizzi è affidata l'aurea mediocrità di questo eroico antieroe. «Un personaggio che accanto al talento professionale possiede uno spessore umano in cui è facile immedesimarsi. È uno come tanti. Destinato spesso a perdere; impegnato sempre a migliorarsi».
Ci sono parecchi elementi, inoltre, che candidano L'avvocato Guerrieri (interpretato anche da Chiara Muti e prodotto da Carlo Degli Esposti) a una potenziale comunanza col Commissario Montalbano: la stessa umanità, la stessa identità fortemente territoriale (lì la Sicilia, qui la Puglia), perfino lo stesso regista. «Ma c'è una differenza, fra i due - nota Sironi - Montalbano è un commissario, Guerrieri un avvocato. Il che comporta una dimensione meno action, più giudiziaria, ma non più noiosa». E non basta: «Le storie di Guerrieri chiariscono ai non addetti ai lavori mancanze e magagne del nostro sistema giudiziario». «Senza per questo rappresentare un atto di sfiducia nei suoi confronti - chiarisce l'autore dei libri, Carofiglio - È vero che Guerrieri conosce i limiti della giustizia. Ma proprio per questo ha deciso di combatterli. Con atteggiamento costruttivo, ottimista, e dallo stesso interno del sistema».
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