Arriva la nube: si fermano Linate e Malpensa

La nubeoscura i cieli lombardi e incombe sulla nostra regione come una cappa di cenere che nella pianura padana si potrà vedere semplicemente alzando lo sguardo verso l’alto. Ventiquattrore dopo l’eruzione del vulcano in Islanda si comincia a fare un primo bilancio degli effetti della nuvola di polvere lavica che si avvicina sempre di più al Nord Italia. Sono oltre duecento i voli cancellati ieri negli scali di Linate e Malpensa, 53 quelli a Orio al Serio dove Ryanair ha sospeso i collegamenti con il Regno Unito fino a lunedì. E dopo la decisione, giunta nella tarda serata di ieri, dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) di chiudere dalle 6 alle 14 di stamane lo spazio aereo di tutto Nord Italia, anche l’aeroporto varesino e il Forlanini sono stati obbligati a sospendere in quell’arco di tempo tutte le loro attività.
Il consiglio per i passeggeri in partenza è sempre lo stesso: mettersi in contatto con la compagnia aerea prima di andare in aeroporto per controllare la regolarità del volo. Lo stesso vale per i rimborsi: giovedì Alitalia ha deciso di pagare l’albergo ai passeggeri bloccati a Linate e Roma. «Ma la scelta spetta ad ogni singola compagnia», precisano gli addetti ai lavori. Intanto gli operatori turistici cercando di dirottare quanta più gente possibile sui pullman o sui treni (ormai tutti esauriti), mentre a chi è rimasto a terra viene proposto di partire tra qualche giorno a emergenza finita. E però, garantiscono dagli aeroporti milanesi, la situazione è sotto controllo e non si sono verificati situazioni di particolare disagio. «Nessun bivacco di gente che dorme nelle sale d’attesa. Le compagnie aeree hanno avvertito i viaggiatori per tempo». Eppure davanti alle biglietterie di Orio al Serio ieri c’erano code lunghissime di passeggeri che volevano rimandare la partenza, molti hanno scoperto troppo tardi che il proprio volo era saltato e si sono lamentati della mancanza di informazioni.
Intanto a Linate ieri sono stati annullati sessanta voli (29 in arrivo e 31 in partenza) da e per le destinazioni del Nord Europa: Copenhagen, Amsterdam, Parigi, Londra, Francoforte, Dublino e Stoccolma. A Malpensa ne sono stati cancellati 132 (62 gli arrivi e 70 le partenze) e anche in questo caso tutti da e per le grandi destinazioni del Nord Europa. Lo stesso ad Orio al Serio, dove le partenze e gli arrivi soppressi sono stati una cinquantina soltanto nella giornata di ieri. D’altronde quello che è successo giovedì in Islanda è un evento senza precedenti. Gli esperti dicono che i disagi creata dalle ceneri sottilissime sul traffico aereo, sono «peggiori rispetto a quelli dell’11 settembre quando vennero bloccati il traffico transatlantico, ma i voli in Europa rimasero operativi». Erano quasi duecento che quel cratere dal nome impronunciabile, Eyjafjallajokull, stava zitto. Sotto un manto di ghiaccio grande cento chilometri nel sud dell’Islanda.
I primi botti sono cominciati mercoledì 14 e l’altro ieri, il colpo finale. La crosta è saltata via, spinta da una forza incontrollabile, mentre una colonna di polvere lavica si levava verso il cielo per quasi sedici chilometri. E da lì ha iniziato a muoversi verso il continente.

Il caos nei cieli durerà ancora, il Regno Unito fino a questa mattina alle 7 resterà fuori servizio per i voli di linea. E se la chiusura degli aeroporti dovesse continuare per i prossimi tre giorni, sarebbero circa si milioni i passeggeri che potrebbero essere colpiti dall’effetto della nube di cenere.

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