Arte moderna e nuovi talenti ... da vendere

A FieraMilanocity sabato comincia la tradizionale fiera. L’Olanda è il paese ospite. Alla Triennale Bovisa in mostra la nouvelle vague cinese

Anche quest’anno il marzo milanese si chiude con l’apertura di Miart, l’unica fiera d’arte moderna e contemporanea che si tiene sotto la Madonnina. Fino a ieri la kermesse ha sempre sofferto, per usare una metafora calcistica, della «sindrome Inter»: grandi potenzialità, in virtù di un’organizzazione fieristica di alto prestigio europeo, della massima concentrazione di gallerie e collezionisti d’Italia e di un volume di mercato di frizzante vitalità. Eppure sempre dietro alle «grandi». Che nella fattispecie sono rappresentate da Artefiera di Bologna, la «vecchia signora» del collezionismo italiano, e Artissima di Torino che da anni si è aggiudicata lo scettro del mercato delle nuove tendenze. Proprio come la squadra nerazzurra, però, Miart pare sempre più decisa a puntare allo scudetto e un domani, perché no, anche alla Champions League. Il programma di questa dodicesima edizione, che si inaugura il 30 marzo nei padiglioni di Fieramilanocity, evidenzia a chiare lettere gli sforzi per confezionare una manifestazione di alto profilo non solo mercantile ma anche culturale. Pur mantenendo un’identità generalista, ovvero trasversale tra i settore del Moderno, del Contemporaneo e dei cosiddetti manufatti d’artista al confine tra arte e design, Miart è oggi la fiera italiana che presenta il maggior numero di progetti curatoriali sull’arte internazionale indipendenti da logiche commerciali.
Quest’anno infatti, oltre ai consueti stand di gallerie nazionali ed estere, largo spazio verrà dato a una serie di eventi tra cui spiccano quattro esposizioni: «Video & Film Lounge» a cura di Maria Rosa Sossai, interamente dedicata alla proiezione di video e film d’artista; una mostra dedicata a nove artisti italiani emergenti a cura Milovan Farronato, Francesca Pasini e Michele Robecchi; e ancora, il Premio Artegiovane che punta i riflettori sull’asse artistico Milano-Torino; infine, una mostra di giovani talenti ancora orfani di galleria, a cura dei critici milanesi Luca Beatrice, Alessandro Riva e Maurizio Sciaccaluga. Di sicuro interesse anche il nuovo progetto dedicato a 16 tra i più significativi esponenti nella nouvelle vague cinese, intitolato «Who do you think you are?» che si terrà nei suggestivi spazi ex industriali di BaseB, di fronte alla Triennale Bovisa.
Anche quest’anno, inoltre, Miart conferma il progetto Paese Ospite, che nell’edizione 2006 aveva proposto un’interessante carrellata di gallerie e artisti made in China. Stavolta, convitata d’onore sarà l’Olanda che nei padiglioni milanesi sarà rappresentata dalle maggiori gallerie del Paese oltre che dai principali operatori culturali, enti, istituzioni e imprese private. La formula del Paese ospite, già sperimentata con successo dalla fiera Arco di Madrid, è un investimento su cui Miart fa molto bene a puntare per rafforzare quel fattore estero che da sempre rappresenta la vera spina nel fianco delle fiere d’arte italiane. Bella mossa, oltre che di ottimo auspicio, anche quella di ospitare la Fondazione Beyeler di Basilea, istituzione creata da uno dei maggiori collezionisti del mondo nonchè tra i fondatori di Art Basel, la più importante fiera d’arte del mondo. A Ernst Beyeler, che nel 1994 incaricò Renzo Piano di realizzare l’edificio che oggi raccoglie centinaia di capolavori mondiali d’arte moderna, il Comune di Milano ha deciso per quest’occasione di conferire l’Ambrogino d’oro, a riprova di una rinnovata sinergia tra Miart e istituzioni. Un legame fondamentale per dare vita a un sistema che permetta al pubblico, durante i giorni della fiera, di calarsi in una vera festa dell’arte cittadina.
Per quanto riguarda gli espositori, i padiglioni offriranno un panorama equilibrato ed esaustivo dei diversi settori dell’arte italiana e internazionale. Il settore «Moderno» propone opere che spaziano dal primo Novecento agli anni Sessanta; il settore «Contemporaneo» presenta espositori con opere di artisti che arrivano fino agli ultimi decenni.

La sezione «Anteprima» propone invece, grazie a un comitato scientifico esperto composto da Alessandro De March, Paola Capata e Federico Luger, una selezione di gallerie giovani (fino a cinque anni d’attività) e che promuovono i nuovi talenti. Saranno famosi?

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