Assalto alla libreria di Cl: condannati 5 antagonisti

Macché rapina, un banale lite tra studenti. O al massimo: le 800 fotocopie furono pagate a suon di sberle per «motivi ideologici». Parola di Eugenio Losco, legale della «banda Ferrandi» dopo che ieri il giudice ha inflitto a tutti oltre due anni per l’incursione alla cartolibreria di Comunione e liberazione all’interno della Statale. Altro motivo di lamentazione l’entità della condanna: «Pene che riporteranno gli imputati in carcere perché superiori ai due anni». Scordandosi che fino a tre anni c’è anche l’affido in prova ai servizi sociali.
Ferrandi fa Valerio di nome, ha 24 anni, ed è figlio di Mario, detto «Coniglio» per i dentoni. Il 14 maggio 1977 papà, insieme ad altri studenti del servizio d’ordine, sparò contro la polizia in via De Amicis. Uno di quei proiettili uccise il vicebrigadiere della polizia Antonio Custra, 25 anni. Ora tocca al ragazzo, già denunciato per reati di piazza, tafferugli, cortei non autorizzati, occupazioni, e fermato per essere stato trovato con uno zaino pieno di pietre e spranghe durante una manifestazione. Il 2 ottobre fece 800 fotocopie in Statale, prendendo poi a calci e pugni i ciellini che gli avevano presentato il conto. Con lui altri quattro antagonisti, frequentatori del «Collettivo autonomo Ringhiera»: Paolo Polari, Mattia Zonza, Marcelo Yara Marin e Martino Gualzetti. Il 13 novembre i cinque vennero arrestati all’interno del centro sociale «Zero», uno stabile di Ripa Ticinese 83 occupato: Ferrandi finì a San Vittore, gli altri ai domiciliari.
Per una settimana si scatenò la rabbia antagonista contro la libreria più volte assaltata e costretta a chiudere: assemblea in cui venivano esposti i nomi dei ciellini che avevano presentato denunce, presìdi, volantinaggi, scritte sui muri dell’Ateneo. Poi il processo, con momenti di tensione il mese scorso quando una cinquantina di antagonisti andò a manifestare la propria solidarietà ai «compagni» scontrandosi con le forze dell’ordine. Ieri la sentenza, questa volta senza particolari reazioni degli amici, comunque presenti: due anni e 7 mesi a Ferrandi, due anni, 3 mesi e 10 giorni a Polari e Yara Marin, due anni e 2 mesi a Zonza e infine due anni e 20 giorni a Gualzetti.
«Questa sentenza è uno scandalo... Infligge pene che riporteranno gli imputati in carcere perché sono superiori ai due anni», commenta Losco scordandosi che fino a tre anni c’è l’affido in prova. Tutto per un banale litigio tra studenti determinato dalla volontà dei ciellini di presentare il conto.

Quando gli antagonisti mica volevano rapinarli, semplicemente non volevano pagare per «motivi ideologici». Nel pomeriggio i commenti su Indymedia, sito antagonista: annunci di resistenza, appuntamenti per il 25 aprile e il primo maggio, inviti espliciti ad assaltare le sedi della Lega, «covi dei veri fascisti».

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