Gli assessori si autotassano per la taglia contro i rapinatori

«Ades basta, ga n’ho pien i ball!». Chiaro, anche senza traduzione. Ga n’ha pien i ball Flavio Tremolada da Lesmo, assessore leghista, Carroccio doc fin dal 1993. E uno «puro Lega al cento per cento» - come dice lui - poteva non fare una battaglia per la sicurezza? No, non poteva. Così, nella trincea del piccolo comune brianzolo, Tremolada - che della Sicurezza occupa la poltrona - indossa la stella dello sceriffo e mette una taglia sui malviventi. Perché «se Far West deve essere, che Far West sia». Una boutade tardo-elettorale? «State a vedere, i soldi li metteremo a disposizione davvero».
Lesmo cittadina ricca, Lesmo delle ville e delle piccole imprese, giunta di centrodestra con sindaco «lumbard» e il «Va’ pensiero» per le attese telefoniche del Comune. Settemila abitanti in un triangolo d’oro, tra Arcore e Biassono, tra Camparada, Triuggio e Macherio (Arcore e Macherio, dice niente?), alle prese con un imprevisto boom di microcriminalità. E sì che le pattuglie dei vigili ci sono, le telecamere le hanno installate e non mancano le forze dell’ordine. Però, evidentemente, non basta. Qui non ci sono (ancora?) le ronde padane, ma il progetto di mandare per le strade i carabinieri in pensione l’hanno studiato. Perché non si contano le rapine nelle abitazioni, nelle farmacie e nelle tabacchiere, quelle in banca (l’ultima venerdì, quando un cliente è stato pure preso a botte) e perfino nei box (lunedì sera ne sono stati «svuotati» dieci). Ecco l’idea. Ecco Tremolada. «Ho deciso di sottoporre ai componenti leghisti della giunta comunale (sindaco e assessore alle Politiche sociali) l’ipotesi di istituire, autotassandoci e costituendo un fondo, una taglia sui rapinatori che stanno terrorizzando la nostra comunità». I tre daranno una parte del proprio stipendio. Che poi, come assessore, fanno 800 euro al mese. Non proprio un capitale. «Ma se neanche il deterrente delle gazzelle li ferma, cos’altro possiamo fare?». Così nasce l’iniziativa del Carroccio. Possibile traferirla anche a Milano? «Io amministro una grande città - commenta il vicesindaco Riccardo De Corato - se fossi assessore in un paese con settemila abitanti, magari l’avrei fatto. A Milano è una strada non percorribile».
Ma a Lesmo, il rimedio estremo che potrebbe causare qualche malumore tra i residenti. «Non mi interessa - ribatte l’assessore - finora c’è stato troppo lassismo, sia da parte dei cittadini sia soprattutto della giustizia». Ovvero, «se li prendiamo, e sono stranieri, zingari e rom, poi li fanno uscire. E si comincia daccapo. In italia manca la certezza della pena!». Tremolada, allora, prende il toro per le corna. Del resto «si parla tanto di federalismo, e io penso ai miei cittadini». E il rischio della giustizia fai da te? «Non c’è - assicura l’assessore -. Non chiedo ai lesmesi di andare in giro con la pistola, ma solo di avere più coraggio quando assistono a un reato.

Ci diano un’indicazione, un numero di targa, ci aiutino in maniera concreta a individuare i criminali». Ma non è che dove comincia la trincea, finisce lo Stato? «No, non vogliamo delegare la sicurezza ai cittadini, ma cerchiamo di svegliare le loro coscienze». Perché, a Lesmo, cives si diventa. Pagando, se necessario.

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