«Un atto criminale Ormai la politica la fanno le Procure»

Il leader di Forza Italia: «Sono perennemente spiato ma non ho nulla di che preoccuparmi». E sulla Tv di Stato: «Non c’è nessuno che non sia stato raccomandato» Oggi l’incontro con Napolitano

da Roma

«Una barbarie, un atto criminale». La reazione di Berlusconi alla pubblicazione on line sul sito di Repubblica della sua conversazione con il presidente di Rai Fiction Saccà è durissima. Perché, ripete più d’una volta in privato, è la conferma che «sono perennemente spiato» e, dice ai cronisti prima di partecipare al pranzo di Natale con gli eurodeputati, «sono stato esposto al pubblico ludibrio» per una telefonata in cui «non c’è nulla che possa preoccuparmi». Insomma, «siamo in un Paese dove non c’è più libertà». E dove la politica, dirà nel pomeriggio a più di un parlamentare, «la decidono ormai le Procure». Sono i magistrati, è la convinzione dell’ex premier, a prodigarsi per garantire la maggioranza al Senato. Ragionamento che l’azzurro Fitto ripete ad alta voce. «Sembra quasi che alcune Procure partecipino al voto di fiducia a Palazzo Madama con più convinzione di alcuni senatori del centrosinistra». Ma Berlusconi punta il dito anche su Repubblica che, dice in privato, «ancora una volta cerca di gettarmi fango addosso» con l’obiettivo di «stoppare il dialogo sulle riforme con Veltroni». Eppoi, «quando diffonde queste notizie riservate utilizza un corpo di reato». Questo, aggiunge, «è riciclaggio punibile fino a otto anni» perché si tratta di «cose che non si possono pubblicare». E sul quotidiano di De Benedetti torna con i cronisti, ventilando l’ipotesi di una parentela fra un Pm partenopeo e il capo della redazione di Napoli. «Mi si dice - racconta il Cavaliere - che sono fratelli». Circostanza che la direzione di Repubblica smentisce però categoricamente.
Poi, la difesa dell’ex premier si trasforma in un attacco frontale alla Rai: «Tutti sanno che in certe situazioni in Rai si lavora soltanto se ti prostituisci oppure se sei di sinistra». «Lì dentro - aggiunge davanti alle telecamere - non c’è nessuno che non sia stato raccomandato, a partire dal dg che non è certo scelto attraverso un concorso pubblico». E ancora: «Non avrei mai nemmeno immaginato che la Rai, che si comporta da televisione commerciale, potesse essere considerata un servizio pubblico» e dunque «non pensavo che Saccà potesse essere equiparato a un pubblico ufficiale». Poi entra nel merito della conversazione. «Sono intervenuto con un vecchio amico - dice - perché sono venuto a conoscenza del fatto che una persona, che per caso è sorella di un consigliere comunale di Forza Italia, ha subito una ingiustizia ed è stata costretta a far posto a una raccomandata». E durante la cena di Natale con i senatori azzurri, a chi gli fa presente la dura replica di viale Mazzini alle sue parole riserva una risposta che è tutta un programma: «Se vogliono comincio a tirare fuori gli elenchi...». L’inchiesta della Procura di Napoli, dunque, è solo «pura follia» perché «aperta su un caso che non esiste». Tutte questioni - quella dell’inchiesta ma soprattutto quella della pubblicazione di intercettazioni riservate - che affronterà nel faccia a faccia di oggi con Napolitano, che incontrerà al Quirinale alle 12 per gli auguri di Natale.
Perché, gli fa eco Bonaiuti, «pur non essendoci alcuna rilevanza penale» alla fine «il leader dell’opposizione è stato esposto con intercettazioni telefoniche su Internet per sette minuti di fila». «Peggio - chiosa il portavoce del Cavaliere - del Cile di Pinochet». Secondo il vicecoordinatore azzurro Cicchitto, un «attacco gravissimo da parte della Procura di Napoli». E pure l’azzurro Crosetto è convinto si sia «superato ogni limite di civiltà». Il che rischia di «scatenare reazioni altrettanto violente». E di «tutto quello che verrà» se ne assumerà la responsabilità «chi ha superato questo limite», cioè «una parte della magistratura e alcuni giornali compiacenti». Ecco quindi che l’ex presidente del Consiglio lancia un appello agli italiani che ormai hanno paura di essere «spiati» quando alzano la cornetta: alle «imminenti elezioni», dice, «votate contro l’attuale maggioranza» di governo che gode del «sostegno di una certa magistratura» ed entra «nella vita dei cittadini» violandone i diritti fondamentali.
C’è tempo per qualche battuta su altri temi: sulla legge elettorale («ci va bene qualsiasi riforma»), sul dialogo con Veltroni («l’Italia ha bisogno dello sforzo di tutte le persone di buon senso»), su Fisichella che ha annunciato che non voterà più la fiducia («mi auguro non sia l’unico »), sulle presunte minacce alla moglie di Dini («ho solo raccolto delle voci») e su Alitalia («è importante che resti italiana»).
Nonostante la giornata convulsa, Berlusconi sembra comunque di buonumore.

Al punto che, mostrando le bende alle telecamere, scherza sull’incidente domestico di mercoledì, quando ha cercato di placare una colite. «Tutti erano costernati per le ustioni causate dalla borsa d’acqua calda, ma io ho detto: “Pensate se fosse uscita verso il basso...”».

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