Gian Battista Bozzo
da Roma
La ripresa cè, ed è plausibile una stima di crescita dell1,3% per questanno dopo lo zero del 2005. Il numero delle persone occupate è aumentato lanno passato dello 0,2%, con un incremento molto elevato dei lavori atipici e part time. Lobiettivo di un deficit al 3,5% del Pil promesso dal governo allEuropa è possibile, ma per raggiungerlo occorre un taglio di spesa pubblica che, in termini reali, vale almeno un 1% del Pil. Il debito pubblico 2005 in rapporto al Pil, misurato per la prima volta da Bankitalia, è aumentato al 106,4% contro il 103,8% del 2004, ed è la prima volta che questo accade nellultimo decennio. Lindebitamento delle famiglie è cresciuto al 30%, pur restando ben inferiore alla media europea del 56%.
Questi i dati salienti contenuti nel Bollettino economico della banca centrale, il primo del governatorato Draghi, che hanno provocato polemiche elettorali. «I dati sono preoccupanti, dobbiamo mettere a posto i conti pubblici», attacca Romano Prodi. «I conti italiani sono stati promossi laltro ieri dallEuropa - replica Giulio Tremonti -: per me, gli unici che contano sono i dati Eurostat».
Crescita: 1,3% ragionevole. Dopo la stagnazione del 2005, le stime di consenso indicano una crescita economica italiana superiore all1% (l1,3% è «ragionevole», dicono gli economisti di via Nazionale). Nel primo trimestre la crescita dovrebbe aggirarsi sullo 0,3-0,4% rispetto agli ultimi tre mesi del 2005. Bankitalia tuttavia osserva che i segnali di ripresa congiunturale «non delineano ancora il superamento del divario di crescita di cui leconomia italiana soffre. Per questo occorrono azioni di lunga lena», intese a modificare sia la struttura produttiva che lambiente regolamentare e di mercato.
Conti, cresce il debito. A fine 2005 il rapporto debito-Pil è salito al 106,4%: in valore nominale è aumentato di 65,7 miliardi di euro. Quanto al deficit di questanno, per raggiungere lobiettivo del 3,5% occorre un forte controllo della spesa pubblica: in termini reali, intorno all1% del Pil. In unottica di medio termine, sono necessari interventi per incidere sui comportamenti di spesa degli enti pubblici, con particolare attenzione alle amministrazioni decentrate (Comuni, Regioni ecc.). «Ricondurre i conti pubblici su un sentiero coerente, con la stabile riduzione del rapporto debito-Pil, è una priorità della politica economica, anche per trarre leconomia italiana dal ristagno», ricorda il Bollettino.
Lavoro, lite sui numeri. Bankitalia utilizza il metodo Istat per affermare che le «unità standard di lavoro a tempo pieno» si sono ridotte lanno scorso dello 0,4%. In realtà, i posti di lavoro veri sono aumentati dello 0,2%, grazie anche a una crescita dei lavori atipici e part time. «Loccupazione aumenta, i dati sono eccezionalmente positivi», dice il ministro del Welfare Roberto Maroni replicando alla sinistra. È vero, peraltro, che nel 2005 quasi la metà dei nuovi assunti è stata inserita nelle aziende con contratti non a tempo indeterminato. «Precarizzazione», accusano i sindacati. «Accesso più facile al lavoro», replica il sottosegretario Maurizio Sacconi.
Famiglie indebitate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.