Aumenta la «voglia» di cambiar sesso: in un anno 250 richieste

Al centro specializzato di Niguarda domande da tutta la regione: casi cresciuti del 20%. I medici: «Solo 60 arrivano fino all’ultima operazione»

Aumenta la «voglia» di cambiar sesso: in un anno 250 richieste

In soli dodici mesi è aumentato del 20% il numero di coloro che da uomini vogliono diventare donne e che da donne vogliono trasformarsi in uomini. Più frequente è il primo tipo di trasformazione: 70% contro il 30. Entrambi i casi hanno fatto registrare in un anno all’unico centro specializzato della Lombardia un’affluenza di 250 persone. Delle quali però la maggior parte si accontenta di mutare sesso solo apparentemente.
«Ammontano, infatti, a una sessantina coloro che ogni anno si sottopongono all’intervento chirurgico finale: la costruzione di un nuovo organo genitale - spiega Maurizio Bini, responsabile del servizio di adeguamento di genere del Niguarda -. Un intervento che nella nostra città e nella nostra Regione non è assolutamente possibile per motivi di natura ideologica. Non c’è un ospedale che si azzardi a effettuare questo tipo di operazione». A bloccare la maggior parte dei pazienti che si rivolgono al servizio di adeguamento di genere non è il viaggio in un’altra città italiana o straniera o la paura del cambiamento definitivo.
«Si fermano prima perché sono contenti del risultato ottenuto - precisa il dottor Bini - soprattutto coloro che si prostituiscono». Anche se non tutti si spingono all’estremo è aumentato di un quinto il numero di coloro che vogliono modificare il sesso. «L’aumento del 20% - aggiunge il responsabile del centro specializzato nel dare una nuova identità sessuale - lo abbiamo ereditato dal dottor Andrea Cattabeni, l’endocrinologo che per tanti anni ha diretto il nostro servizio, rimasto vittima il luglio scorso di un incidente di montagna. Si tratta di pazienti che aveva in cura nel suo studio privato». E così gli aspiranti donne e le aspiranti uomini hanno raggiunto negli ultimi 12 mesi quota 250. Tutti accomunati da un percorso della durata di due anni che prevede una terapia ormonale, una psicologica e qualche modifica chirurgica. Come l’inserimento di protesi o l’eliminazione del seno, dell’utero e delle ovaie. Un’eliminazione quest’ultima che autorizzata dal giudice può da sola trasformare una donna in un uomo. Per il passaggio anagrafico non è indispensabile una visita ad hoc. «Si tratta di un’operazione - spiega Maurizio Bini - che è stata autorizzata dal tribunale anche alla clinica Pio X».
Ma è al Niguarda che la gran parte dei transessuali si rivolge, anche perché tutta la prima parte del percorso è gratuita. Tranne i ticket per le visite e la spesa per la terapia ormonale. Un uomo che vuole diventare donna spende 15 euro al mese e una donna che vuole trasformarsi in un uomo se la cava con 3,60 euro al mese.

I costi più alti riguardano la mastoplastica additiva per chi non riesce a far crescere sufficientemente, o secondo i propri gusti, il seno con i bombardamenti di ormoni e l’intervento, se viene effettuato all’estero, per la costruzione dell’organo genitale.

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