Autogrill cresce, la Borsa brinda

I ricavi salgono del 21,5% e migliora l’utile. Complice l’effetto Save, il titolo guadagna il 4,5%

da Milano

La Borsa scommette su Autogrill. A convincere gli operatori è stata l’impennata dei ricavi registrata dal gruppo di ristorazione nel primo trimestre dell’anno (più 21,5% a 822,8 milioni) accanto a profitti aumentati del 12,1% a 7,5 milioni. Abbastanza per fare di Autogrill uno dei protagonisti di Piazza Affari: alla fine della giornata il titolo così ha guadagnato il 4,46% a 13,497 euro tra scambi molto intensi (è passato di mano oltre il 3% del capitale).
A contribuire all’euforia il fatto che, includendo il ponte pasquale (per tradizione generoso quanto a vendite), la situazione di Autogrill migliora ulteriormente: al termine del periodo l’asta dei ricavi segna infatti un progresso del 22,6 per cento. L’obiettivo di chiudere l’anno con una crescita del fatturato «vicina alle due cifre» appare più vicino. «Credo che sinora abbiamo visto una crescita molto positiva e sostenibile, è difficile prevedere l’andamento del dollaro ma il business è solido», ha detto l’amministratore delegato Gianmario Tondato da Ruos mostrandosi «fiducioso» sull’auspicio espresso a marzo dal presidente Gilberto Benetton. Presto tuttavia per fare previsioni anche perché la metà del business di Autogrill dipende dalla moneta Usa: tra gennaio e marzo i ricavi del Nord America sono saliti da 452,9 a 478,6 milioni di dollari. Il giro d’affari in Italia è invece lievitato dell’11,4 per cento. Positivo l’impatto delle nuove acquisizioni (Aldeasa, Steigenberger e Poitou-Charentes) che hanno contribuito complessivamente per 72,3 milioni. Dettagli finanziari a parte, a convincere gli analisti sembra aver contribuito lo stesso prezzo corrisposto da Save per acquisire Ristop. La scommessa è che visti i multipli della concorrente la Borsa provvederà presto a rivalutare anche Autogrill che ha in corso da tempo un piano di rafforzamento nel settore aeroportuale. E, come ha ribadito Tondato da Ruos, continua a valutare possibili acquisizioni.


Il primo passo è stata l’espansione nel nord Europa e negli Stati Uniti ma la strategia di lungo periodo del gruppo guarda anche all’Oriente e fare a combaciare la presenza di HmsHost con i duty free di Aldeasa: due business che a livello mondiale catturano complessivamente un giro d’affari superiore a 14 miliardi.

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