Ce la faremo ad aspettare fino a ottobre un romanzo che - stando al curriculum letterario del suo ormai famoso autore - ha tutti i numeri per diventare la miglior trattazione (e forse, per alcuni lettori, la miglior terapia) di una delle più dolorose patologie sentimentali del nostro tempo?
Facciamola breve: il prossimo romanzo di Walter Siti (che lautore presenterà questa sera a Pietrasanta, alle ore 20,30 in Sala Annunziata, in occasione della tre giorni del festival «Anteprime. Ti racconto il mio prossimo libro») si intitola Autopsia dellossessione e narra, appunto, di unossessione erotica e sentimentale così tormentosa e profonda da rovesciare come un guanto la vita del protagonista, e certo anche la sensibilità del lettore.
«In unossessione di questo tipo - ci spiega Siti - siamo caduti in molti almeno una volta nella vita. Non si tratta, però, di sexual addiction, che rimane una cosa ridicola e parodistica rispetto a quellessere posseduti che descrivo nel romanzo». È questo un argomento non nuovo per Siti, che lo ha affrontato in alcune sue pagine da Scuola di nudo del 1994, che i suoi allievi alla Normale di Pisa sfogliarono come un rabbioso, depressivo libro su «sesso gay e università» scritto da un insider, fino a Troppi paradisi del 2006. Ritroviamo il tema dellossessione anche tra le righe de Il contagio, indagine «borgatara» sulla società dei consumi («Ma perché parla sempre di borgate? Al mondo esiste anche Madison Avenue» commentò ironicamente Alessandro Piperno), e di Il canto del diavolo, altro studio «sociologico» su Dubai come palcoscenico di un certo tardo capitalismo «di cartone».
«Ma con questo ultimo romanzo - ci spiega Siti - ho voluto prendere il toro per le corna. Allinterno cè persino un piccolo trattato teorico su cosa è e a che serve unossessione. Racconto la storia, lontana tanto dalle autofiction che ho scritto in precedenza quanto dalla mia reputazione di cantore delle borgate, di un antiquario di buona estrazione borghese, che vive una vita schizofrenica. Politicamente corretto, di sinistra, crede nella cultura e ha un grande senso civico, ma nel privato è consumato da unossessione erotica invincibile. A metà libro, incontrerà il suo doppio, il suo rivale concreto per il possesso del medesimo individuo, e ciò scatenerà una serie di catastrofi e un finale che non rivelo. Sta di fatto che il protagonista rappresenta la nostra società: è bello sentirsi assediati, ritenersi gli unici difensori della cultura contro la barbarie montante, tema, questo, che tiene banco in saggi che vanno da Baricco a Scalfari. Ma è un atteggiamento troppo gratificante e autocompiaciuto per essere vero. Questa ambigua lotta tra cultura e barbarie è iniziata negli anni Ottanta, quando alla caduta della speranza di poter cambiare la società si aggiunse la sensazione di ciascuno di poter agire solo allinterno di una dimensione mercantile dellesistenza. Anche nei sentimenti, come in letteratura, è apparsa la formula del marketing soddisfatti o rimborsati. Le logiche del mercato sono diventate, senza che ce ne accorgessimo, le nostre logiche sentimentali. Lenorme quantità di tempo libero a disposizione delle persone, poi, e il confronto con il tempo coeso, eccitato, intenso, dellinfotainment ha creato una svalutazione della vita reale a favore di quella fittizia, auto-rappresentata. Non dobbiamo commettere lerrore di spiegare lossessione con la rilassatezza dei costumi, né di guardarla moralisticamente. Non dobbiamo, per così dire, peccare contro la serietà dellossessione».
E qui - come in altre narrazioni per cui Siti è considerato il miglior entomologo dellItalia postmoderna (tra i suoi ammiratori, Giuseppe Genna) - la faccenda si complica e allo stesso tempo diventa molto interessante, poiché il protagonista di Autopsia dellossessione riassume in sé, capillarmente, effetti e cause di terremoti socioculturali più vasti. «Nellattuale aura spermatica, per usare unespressione di Gadda - ci dice Siti - lossessione erotica è una versione laica, forse degradata, del mito. Siamo ossessionati da un certo individuo perché dietro quella sua insostituibile forma cè una storia, parzialmente inconscia. Lossessione erotica deriva dal voler riportare in vita qualcosa che è definitivamente morto, così come accadeva per il mito, che ogni volta, attraverso i riti, risorgeva. È il bisogno di afferrare immediatamente - cioè senza la pazienza dellamore - qualcuno che ci ossessiona solo in quanto portatore di mito, e non certo per la sua identità. Ma dietro lossessione, come diceva Pavese, cè una volontà altrui che rilutta. Lo vediamo anche nel film di Genet Un chant damour, dove una mano non riesce mai a cogliere un fiore di pesco che occupa lo schermo. La nostra società ha fatto troppo alla svelta i conti con la sete di assoluto che vive in ognuno di noi. Parlo di assoluto, non di religione, fenomeno troppo storico sul quale non mi azzardo a dare giudizi».
Cè da scommetterci: per via dei suoi nascosti aspetti di critica sociale, letteraria e sentimentale, Autopsia dellossessione scalderà parecchio la rentrée letteraria, quando «Strega» e «Campiello» saranno ormai alle spalle e i lettori sentiranno i primi meditativi brividi autunnali. «Mettiamola così - ci dice Siti -. Lossessione è il mito e lamore, invece, è il romanzo. Solo che il romanzo vive oggi tempi difficili. Gli scrittori devono creare mondi alternativi in un contesto dove la creazione continua di mondi alternativi è diventata uno strumento di potere. Si rischia di essere collaborazionisti. Il romanziere ha continui sospetti su se stesso e ciò che scrive perde potenza.
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