Tre lunghi applausi, nella basilica della Guardia gremita. Il modo più diretto - e sonoro - di incoraggiare larcivescovo dopo le polemiche sui Dico e le scritte minacciose apparse in mezza Italia. Angelo Bagnasco è apparso rincuorato dal gesto dei fedeli: «Grazie, perché ci vogliamo bene» ha detto alla fine della S. Messa, durante la quale ha dedicato un pensiero anche alluomo di 40 anni morto venerdì mattina al porto.
Per Bagnasco era la prima «uscita» dopo le celebrazioni di Pasqua. Le nuove scritte minacciose (venerdì ne sono comparse a Bergamo) hanno convinto le forze dellordine a rafforzare la scorta allarcivescovo: tre guardie del corpo camminano al suo fianco lungo i tornanti che salgono al santuario della Madonna della Guardia, durante la processione (per la messa al Gaslini, giovedì santo, lagente era uno soltanto). Due auto di polizia e carabinieri aprono il corteo, in coda un carabiniere sorveglia i fedeli che pregano con il rosario in mano. La processione si ripete ogni mese, stavolta sono arrivate più di 300 persone. «Se erano più del solito? Non mi pare» racconta chi cè già stato, sacerdoti compresi.
Gremita è invece la basilica. Al suo ingresso, larcivescovo è accolto da un applauso. «Sono felice di vedervi - dirà pochi minuti dopo dallaltare, durante la messa - in questo luogo tanto caro alla nostra diocesi e alla Liguria». Nellomelia, Bagnasco si sofferma sul significato della croce: «Tutti hanno delle croci da portare. La croce ci rende umili, ci ricorda che solo una piccola parte di quanto ci succede dipende da noi, ci riporta a Dio». Dedica un pensiero a Enrico Formenti, il portuale travolto e ucciso venerdì mattina sulle banchine da una balla di cellulosa: «Ho saputo dellaccaduto stamattina (ieri per chi legge n.d.r.). Croce per lui, per la sua famiglia, i suoi cari. Quante sono le croci».
Le guardie del corpo vigilano ai lati dellaltare. Hanno seguito monsignor Bagnasco anche durante la piccola processione verso laltare. Il clima, però, è tuttaltro che teso. Bagnasco saluta i cresimandi: «Mi fa piacere che siate venuti stamattina in processione, non pretendo che lo facciate ogni mese, ma se volete il posto cè...», dice sorridendo.
Arriva il momento dei saluti. «Molti fedeli mi hanno chiesto di parlare al microfono, ma non è possibile - racconta un sacerdote-. Cè un altro modo, però, per esprimere la vostra vicinanza allarcivescovo». Scoppia lapplauso che dura un minuto e sembra emozionare lo stesso Bagnasco. «Grazie, perché ci vogliamo bene» è il suo ringraziamento, accolto da un altro applauso. Cè il tempo per un altro annuncio, fatto da monsignor Piero Pigollo, responsabile dellUfficio Famiglia della Diocesi: «A nome del Forum delle associazioni familiari vi rivolgo linvito a partecipare al Family Day del 12 maggio a Roma. Sarà una forte testimonianza dellimportanza che ha la famiglia». Diversi pullman partiranno quel sabato da Genova, diretti alla manifestazione di Roma (si possono chiedere informazioni allUfficio Famiglia, aperto da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12.30 o al numero 010-584125). «Il Family Day vede coinvolti credenti e non credenti che vogliono mettere al centro di questa festa e dellattenzione di tutti il valore fondamentale della famiglia» aggiunge monsignor Pigollo dallaltare.
La messa è finita, larcivescovo posa per la foto con i cresimandi e alluscita dalla chiesa non si sottrae ai fedeli che gli si stringono attorno. «Adesso, però, andiamo tutti a mangiare un po di focaccia» dice sorridendo. Vicino a lui cè monsignor Luigi Palletti, vicario generale e vescovo ausiliare. «I messaggi di sostegno? Fanno piacere, laspetto positivo di questa vicenda è laver ridato centralità al valore della famiglia, anche nelle persone si è risvegliato qualcosa».
Alcuni lettori hanno chiesto al Giornale se era possibile organizzare un messa in segno di vicinanza allarcivescovo. «È un bel pensiero, ma in questo momento qualsiasi cosa rischia di essere strumentalizzata - spiegano in Curia-. Possiamo stare vicino allarcivescovo con la preghiera».
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