Balotelli fischiato finisce in fuori gioco e insulta Verona

COLPACCIO La vittoria dell’Inter è un po’ stile «vecchia Juve». E Mou abbraccia Quaresma

L’immagine più curiosa della partita di Verona? L’abbraccio, con partita ancora in corso, tra Quaresma e Mourinho. Lo Special Zero aveva appena evitato, con un colpo di mano in area di rigore, la deviazione di testa di Yepes, senza che l’arbitro e il suo assistente se ne accorgessero, fischiando il conseguente rigore. Lo Special One ha stretto al cuore il proprio pupillo, ringraziandolo per la prima cosa utile che ha compiuto da quando ritira il salario a Milano.
Giocando all’ora di pranzo, l’Inter ha comunque vinto senza affanni. Anche se giocasse all’alba o in piena notte, confermerebbe di essere la più forte, senza discussioni. Ha vinto alla juventina, con quell’episodio finale che, nel passato prossimo e remoto, apparteneva al repertorio della squadra bianconera. Ovviamente l’aria è cambiata, gli arbitri sono stati bonificati da Collina e, dunque, il campionato va via sciolto, senza ombre e ambiguità.
Semmai le ombre si allungano quando spunta Mario Balotelli. Si è preso i soliti fischi e i soliti insulti imbecilli, lui in esclusiva. Trattasi non di razzismo come qualche propagandista continua ad agitarsi, Balotelli sembra l’unico calciatore di colore del campionato di calcio italiano, ieri a Verona erano in campo Maicon, Vieira e Luciano che non sono abbronzati ma hanno la stessa pelle di Balotelli, così come Sissoko o Alvarez, Baptista o Eto’o, Seedorf o Ronaldinho, Mudingay o Diakitè e cento altri. Eppure il pubblico non li “perseguita” come accade con la vittima designata dell’Inter, che è stato “uheggiato” (brerismo) a Manchester, l’anno scorso in Champions, non perché i clienti dell’Old Trafford siano razzisti ma per il bisticcio infantile avuto dal ragazzino a Milano con Cristiano Ronaldo. Ieri gli strilli idioti arrivavano anche dal manipolo di tifosi interisti e riguardavano, per vendetta, Luciano. Non è razzismo ma ignoranza, miseria esistenziale, problematiche serie, di lavoro, di famiglia, di cervello, scaricate allo stadio, nascoste nel branco.
Qualcosa dunque, nel caso Balotelli, è accaduto e accade sempre in campo, qualcosa che stuzzica gli avversari e che provoca il tifoso comunque becero.
«Ogni volta che vengo a giocare a Verona il pubblico mi fa sempre più schifo», così ha detto l’interista al microfono di Sky, per commentare la propria prestazione e il riconoscimento di essere stato nominato l’uomo partita. La riserva di Ilaria D’Amico, al secolo Fabio Caressa, ha definito «coraggiose» le parole dell’interista. Non so quale sia il coraggio di un calciatore insultato che vada davanti alle telecamere e denunci il fatto. Se sta zitto che cosa è? Un vigliacco? Un codardo? E lo stesso interista che si fa ammonire apposta per saltare il prossimo impegno di campionato, ma non il derby, che cosa è? Una “simpatica canaglia”?
Balotelli è un grande calciatore che rischia di non diventare un campione proprio per i suoi comportamenti. Che non sono soltanto quelli del provocatore, verbale o fisico, ma, ad esempio, di un atleta dotato di un fisico potente ma che cade, si affloscia come un bambolotto gonfiabile bucato con lo spillo, al primo impatto, spesso dopo aver perso un dribbling. Oppure del martire in esclusiva del nostro calcio, l’occasione per fare campagna demagogica.
I suoi capricci fanno male all’Inter e fanno male alla sua carriera che, altrimenti, potrebbe essere eccezionale, vista l’anagrafe e viste le doti indiscutibili.
Il resto, la reazione del sindaco di Verona, Fabio Tosi o del portiere del Chievo, Sorrentino, «Non venga più a giocare a Verona», fanno parte del teatrino nazionale che non fa cronaca e non fa divertire nessuno.

Quando i tifosi del Verona, non del Chievo, esposero i loro striscioni contro i napoletani reduci dal vibrione, «Lavatevi, benvenuti in Italia», se ne fecero libri e rubriche televisive, non inchieste o interrogazioni parlamentari.
Tutto questo, come al solito, per non scrivere dell’assoluta modestia e mediocrità tecnica del nostro campionato.

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