Francesco Gambaro
Da ieri Banca Carige parla un po più francese. La Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia ha sottoscritto un accordo con la Cnce (Cassa nazionale delle casse di previdenza e risparmio), in virtù del quale listituto di credito francese nei prossimi tre anni aumenterà la sua partecipazione azionaria nel capitale della Carige dal 12 al 15 per cento. Mentre la fondazione scenderà dal 43 al 41. Invariata la quota del partner tedesco (West Lb): 5,7 per cento. Inoltre Banca Carige e Cnce, grazie allaccordo appena raggiunto, hanno deciso di creare entro il 2006 una società di credito al consumo in Italia, con sede a Genova. «Se le cose andranno bene, come mi auguro, la città avrà molti benefici, tra i quali nuove forze occupazionali e moderne tecnologie», promette Giovanni Berneschi, presidente Carige. Entro la fine dellanno, infatti, sono previste 50 assunzioni nella società specializzata nellemissione di una nuova carta di credito, 100 nellarco dei prossimi cinque anni. I termini dellintesa: per incrementare la sua partecipazione azionaria fino al 15 per cento, listituto di credito francese acquisterà tutti i diritti di sottoscrizione relativi allaumento di capitale della Carige, deliberato dal consiglio di amministrazione il 25 gennaio scorso, pari a circa 200 milioni di euro. Da questa operazione la Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia dovrebbe ricavare 20 milioni di euro. Berneschi sottolinea limportanza della partnership con il socio francese: «Laccordo raggiunto costituisce un ulteriore sviluppo della collaborazione industriale già in essere nei comparti dei servizi agli enti pubblici e dellAsset Management. Nellaprile scorso la sinergia tra i due gruppi è stata consolidata dallingresso di Cnce nel consiglio di amministrazione della nostra banca». Primo banco di prova della collaborazione tra Carige e Cnce sarà la società specializzata nel credito al consumo, sulla quale il presidente Berneschi ripone molta fiducia: «Purtroppo lItalia non utilizza sufficientemente il credito al consumo, mentre noi pensiamo che il futuro sia lì».
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