da Roma
Un Vulcano in arrivo alla Banca mondiale. George W. Bush ha nominato Robert Zoellick - una delle otto personalità, dette appunto i Vulcani, che nel 2000 stilarono le linee guida di politica estera del futuro presidente - come candidato ufficiale al posto del dimissionario Paul Wolfowitz. Zoellick, ha commentato Bush, «è luomo giusto per prendere il posto di Paul, uomo nobile ed esempio di integrità». Wolfowitz lascerà lincarico il 30 giugno e prima di quella data il board della Banca voterà la nomina del nuovo presidente. Attualmente, Zoellick è managing director alla Goldman Sachs; ma ha alle spalle una lunga carriera pubblica, decollata al momento della riunificazione delle due Germanie dopo la caduta del Muro di Berlino. Zoellick fu tra i protagonisti «dietro le quinte» del negoziato e si guadagnò il riconoscimento più alto del Dipartimento di Stato per il suo lavoro in quelloccasione.
Nel 2000 il neopresidente della World Bank partecipò alla stesura della politica estera del candidato repubblicano George W. Bush, e dal 2001 divenne il rappresentante americano ai negoziati commerciali, compreso il Doha Round del Wto. In questo ruolo, ha concluso accordi bilaterali con Cile, Singapore, Australia, Marocco, ma non è riuscito a concludere il Doha Round. È rimasto negli annali il durissimo faccia a faccia sui sussidi con il commissario europeo al Commercio, Peter Mandelson, con ognuno dei due che accusava laltro di avergli sbattuto il telefono in faccia. Nella seconda amministrazione Bush, Zoellick è diventato vicesegretario di Stato, segnalandosi nel tentativo di ricucire i rapporti con molti Paesi europei, che si erano allentati a causa della vicenda irachena. Infine, il passaggio al settore privato, alla Goldman Sachs.
A 53 anni, e con un simile bagaglio di esperienze, Bob Zoellick prende il posto di Wolfowitz dopo la tempesta che ha scosso il palazzone vetrato della Banca mondiale, a Washington. Il sito-ombra della Banca, che raccoglie umori e malumori dei 13mila dipendenti, ricorda che il neopresidente aveva fatto parte delladvisory board della Enron, e che insieme con Wolfowitz, Donald Rumsfeld e Richard Perle aveva inviato allallora presidente Bill Clinton una lettera in cui invitava lamministrazione a ogni sforzo diplomatico, politico e militare per rimuovere Saddam Hussein. Il tutto per dire che lo staff della World Bank sta per accogliere Zoellick non proprio a braccia aperte.
Latteggiamento dei Paesi europei appare, invece, conciliante. La Germania, in prima fila nel chiedere le dimissioni di Wolfowitz, apprezza lindicazione di Zoellnick. «È un buon candidato, che porta con sé una vasta esperienza internazionale», dice il ministro dello Sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul. Commenti meno favorevoli giungono dallAfrica, nonostante il neopresidente si sia occupato in maniera approfondita del Darfur.
Allo stesso tempo è un uomo molto preparato, un lavoratore. Pascal Lamy, direttore del Wto, lha definito in passato un «Suv», uomo adatto per tutti i terreni.
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