Milano - Le banche ammettono: mai così cari i mutui per gli italiani. A dirlo è il consueto rapporto mensile dell’Abi - l’Associazione bancaria italiana - dove si dice che è «in lieve aumento il costo medio dei finanziamenti quale riflesso delle indicazioni della politica monetaria della Bce».
In effetti, in agosto i tassi applicati dalle banche sui prestiti alle famiglie per l’acquisto della casa hanno raggiunto i massimi degli ultimi cinque anni: la media mensile è stata del 5,63%, oltre un punto percentuale superiore all’agosto 2006 quando era stata del 4,57%. Una cifra lontana anni luce dal 3,58% di luglio 2003, quando i tassi, che avevano iniziato a scendere dopo l’11 settembre, hanno toccato il minimo storico. All’inizio dell’anno i tassi di interesse bancari per l’acquisto di abitazioni erano al 5%. Da allora l’aumento è stato costante e particolarmente accentuato in estate: a giugno si è sfiorato il 5,5%, a luglio il 5,6% per arrivare ad agosto al 5,63%.
Tuttavia, per il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, la crescita «è coerente con l’andamento del mercato», benché «sicuramente più elevata rispetto a quella stimata ma comunque a un livello adeguato».
Toni rassicuranti anche per quanto riguarda la crisi dei mutui subprime statunitensi e il caso Northern Rock: per i risparmiatori italiani «non c’è nessun rischio». La crisi di liquidità - e di fiducia dei risparmiatori - che ha travolto la banca inglese è un fenomeno «che non riguarda il nostro Paese e le nostre aziende bancarie - ha detto Faissola - perché è assolutamente collocato in un mercato radicalmente diverso». Le banche italiane «sono solide e assolutamente affidabili», ha concluso il presidente dell’Abi, dicendosi sicuro che «domani (oggi ndr) i banchieri» che si riuniranno nel consiglio dell’Abi «confermeranno la nostra sensazione».
Il rialzo ormai costante delle rate mette però in allarme le associazioni di difesa dei consumatori: i tassi di interesse sui mutui applicati in Italia sono dell’1% superiori rispetto alla media Ue che si attesta, in base ai dati Bce, al 4,72%, denunciano Adusbef e Federconsumatori, sottolineando come «non ci fosse bisogno del rapporto dell’Associazione bancaria per certificare l’aumento del costo del denaro» nel nostro Paese.
I consumatori mettono in evidenza in particolare gli incrementi scattati il primo settembre: le famiglie, sottolineano, «hanno visto aumentare le rate mensili e/o semestrali da un minimo di 150 euro fino a 163 euro all’anno per un mutuo di 100mila euro, mentre un mutuo di 200mila euro con un piano di rientro ventennale comporta rate più salate da 326 euro a 656 euro l’anno».
Le due associazioni denunciano infine che, in base a un’indagine condotta dall’Adusbef su un campione di istituti di credito, molte banche non attuano la portabilità, la surroga o la rinegoziazione dei mutui, nonostante le norme del decreto Bersani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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