
La decisione non è ancora definitiva, ma ormai un ticket di nomi pare essersi imposto su tutti gli altri. I vertici di Mps, infatti, hanno lavorato molto intensamente nelle ultime ore e hanno praticamente chiuso per l'ex ministro dell'Economia e manager di Jp Morgan, Vittorio Grilli, che dovrebbe aggiudicarsi la presidenza esecutiva della nuova Mediobanca. Il suo è un nome di prestigio internazionale ed è il raccordo perfetto per un istituto che vuole aumentare il suo peso specifico nell'investment banking e nella gestione patrimoniale. Grilli sarebbe un presidente esecutivo, con un ruolo diverso rispetto a quello più marginale ricoperto dall'ex presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro.
Al fianco di Grilli, sono aumentate tanto le quotazioni di Alessandro Melzi d'Eril, attuale amministratore delegato di Anima, che prenderebbe la stessa carica in Mediobanca. Il suo è un nome che si integrerebbe bene con quello del probabile futuro presidente. Melzi d'Eril, del resto, ha una grande conoscenza dell'industria dei fondi dove ha ben condotto Anima e gestito con profitto l'acquisizione e il conseguente rilancio di Kairos. Non a caso non è stato toccato da Banco Bpm, dopo che quest'ultima ha completato con successo la scalata della società italiana dei fondi. Oltre al fatto che il top manager di Anima ha un profilo meno oneroso rispetto a quello di Riccardo Mulone, che guida le attività italiane della svizzera Ubs. Quest'ultimo è stato a lungo il favorito, ma certo il «sì» di Grilli ha portato ad aumentare le quotazioni di un profilo differente. La decisione comunque rimarrà aperta fino all'ultimo, con il consiglio d'amministrazione che dovrebbe riunirsi nella giornata di domani per la stretta finale sulla lista per il nuovo cda di Mediobanca, che deve essere tassativamente presentata entro venerdì.
Intanto, ieri ha avuto luogo a Siena un incontro fra le delegazioni di Mps e di Mediobanca, entrambi composte da una ventina di elementi. È stato un incontro per lo più conoscitivo, terminato con un pranzo. Un'occasione per stringere mani fra due squadre che ora dovranno lavorare insieme e che comunque in diversi suoi elementi già si conoscevano. Si replicherà la prossima settimana a Milano, quando a quel punto si conosceranno i nomi della lista e quindi quelli dei prossimi vertici di Piazzetta Cuccia. In quell'occasione si entrerà più nello specifico sulle tematiche di business, a partire da come verranno messe a terra le sinergie. Tra le idee circolate c'è quella di dare a Compass, il marchio del credito al consumo, un respiro più internazionale, magari avvicinando l'asset alla divisione di banca commerciale e quindi a Mps.
Mentre il rafforzamento per i fondi potrebbe passare da altre acquisizioni (non a caso si è parlato di un interesse per Ubs Italia). Non sembra più all'ordine del giorno, invece, il delisting dell'istituto da Piazza Affari che non piace ai soci forti, cosa che ieri ha fatto cadere il titolo di Piazzetta Cuccia del 6,8 per cento.