Mediobanca, pesa la trincea di Nagel

Oneri per 45 milioni dovuti a bonus e consulenze per difendersi dalla scalata di Mps

Mediobanca, pesa la trincea di Nagel
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Sarebbero stati stabili gli utili trimestrali di Mediobanca, se non ci fosse stata la zavorra di consulenze finanziarie e legali per il blitz fallimentare su Banca Generali e per difendersi dalla scalata del Montepaschi. Senza contare il peso a bilancio della parziale liquidazione anticipata del piano di incentivi a lungo termine (LTI). Un'eredità complessiva della gestione guidata da Alberto Nagel da 45,3 milioni di euro (30,5 netti), che ha abbattuto un risultato netto appena superiore ai 291 milioni. Insomma, una robusta frenata del 13,5% rispetto ai 336,9 milioni di profitto nel quarto trimestre dell'esercizio 2024-2025. Il riscatto anticipato dei bonus ha avuto un impatto anche superiore a livello patrimoniale che, come spiega la stessa merchant bank, ha portato alla conversione «di 6.122.932 azioni» in «un importo in denaro pari a 122 milioni».

Al di là delle scorie della lunga battaglia dell'Offerta pubblica di scambio, il business di Piazzetta Cuccia dà segni di una certa vitalità nonostante il fisiologico calo degli affari caratteristico del periodo estivo: i ricavi sono risultati a quota 867,6 milioni e sono stabili rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio. Guardando allo spaccato delle singole divisioni, la gestione patrimoniale ha registrato ricavi in calo dell'1,8% a 224,3 milioni; più corposa la frenata dell'investment banking (-6%) a 171,2 milioni mentre sono stati di segno positivo il contributo del credito al consumo (+6,9%) a 335,3 milioni e della divisione assicurativa (+12,7%) a 129,6 milioni che fa sostanzialmente capo alla quota del 13,2% detenuta in Generali. Proprio quest'ultima si è rivelata ancora di grande peso per la determinazione dell'utile, dal momento che ha portato oltre 127 milioni per un peso sul profitto totale del 43,7 per cento. Tra i mandati del nuovo amministratore delegato, Alessandro Melzi d'Eril, e del presidente Vittorio Grilli, sarà proprio quello di rompere questa dipendenza per puntare forte su una maggiore diversificazione. Sotto questo punto di vista, ci sono segnali di vitalità con Mediobanca Premier che ha raccolto 2,5 miliardi in linea con l'anno scorso mentre non si è verificata la temuta fuga di banker con una rete distributiva cresciuta a 1.399 professionisti, di cui 1.253 nel Premier suddivisi in 548 bankers e 705 consulenti finanziari. Conferamata la remunerazione degli azionisti, con un saldo del dividendo di 0,59 euro per azione in pagamento il 26 novembre mentre a fine dicembre verrà distribuito l'intero utile con il primo socio Mps che ne incasserà gran parte in virtù della sua quota dell'86,3 per cento. Per i prossimi mesi, invece, sono previsti profitti in linea con quelli di questo trimestre e ricavi in crescita a una cifra spinti dalla performance di Compass e dall'aumento delle commissioni di Investment banking e wealth management.

Sono stati anche nominati i comitati interni al consiglio d'amministrazione.

Il comitato Rischi e Sostenibilità è presieduto da Sandro Panizza, il Parti Correlate da Tiziana Togna (presidente), il Nomine da Paolo Gallo, il Remunerazioni da Andrea Zappia. Il comitato per le nomine delle partecipate infine direttamente dall'ad Melzi d'Eril.

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