Risiko, dalle banche il focus si sposta sulle assicurazioni

Lo snodo del potere finanziario passerà dal destino della quota posseduta nelle Generali. Le mosse di tutti i big

Risiko, dalle banche il focus si sposta sulle assicurazioni
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Dopo la fase acuta del risiko bancario, un possibile nuovo fronte caldo potrebbe avere come protagonista il mondo assicurativo. In seguito alla scalata conclusa con successo da Mps su Mediobanca, infatti, è apparso sullo scenario un nuovo attore di rilievo: è nato di fatto un gruppo bancassicurativo, con in pancia il 13,2% di Generali, la principale compagnia assicurativa italiana. Il numero uno del Montepaschi, Luigi Lovaglio, nella sua recente audizione davanti alla Commissione banche ha detto che la partecipazione nel Leone è «importante» in quanto non essendo «strettamente correlata» al business bancario diversifica le fonti di ricavo e offre «opzionalità» sul fronte della bancassurance. Insomma, l'idea nuova sarebbe di valutare anche una strada differente alla valorizzazione della quota, cosa che in verità non si è mai posta. E del resto Giulio Terzariol, il ceo delle attività insurance di Generali che ambisce alla carica di direttore generale, non ha chiuso ad accordi di bancassurance. Lo ha ribadito di recente con un messaggio aperto, valido tanto per Mps quanto per Intesa Sanpaolo. Quest'ultima, rimasta ferma sul fronte del risiko bancario, potrebbe risvegliarsi sul fronte assicurativo visto che non può ampliare ulteriormente la sua quota sul mercato bancario per motivi Antitrust.

Carlo Messina, numero uno di Intesa, ha puntato molto dello sviluppo del suo isituto sul comparto assicurativo: a fine 2024, il risultato netto dell'attività assicurativa del gruppo era di 1,73 miliardi, in crescita del 4,1% rispetto all'anno precedente. I proventi stanno aumentando anche quest'anno visto che, nei primi sei mesi, si sono attestati a 922 milioni. È chiaro, quindi, che se Intesa dovesse riuscire a mettere le mani su una quota di Generali diventerebbe di gran lunga la leader di mercato in un settore anticiclico e decorrelato dagli alti e bassi del business della banca commerciale.

Sullo sfondo, l'Unicredit di Andrea Orcel è e rimane molto attenta a ogni mossa nel settore. Del resto, continua a mantenere una quota intorno al 2% in Generali e al suo interno sta lavorando tanto per ricostruire le sue fabbriche prodotto, dai fondi fino alle assicurazioni. Non a caso, proprio in quest'ultimo ambito, Unicredit ha completato la scorsa estate l'internalizzazione del business bancassicurativo vita in Italia, acquisendo il pieno controllo delle joint venture con Cnp Assurances e Allianz. Una mossa che ha consentito all'istituto milanese di internalizzare 40 miliardi di risparmi investiti e di far nascere la quarta compagnia assicurativa (nel ramo vita) più grande d'Italia. Nel 2024 l'attività di bancassicurazione vita di Unicredit ha generato circa 580 milioni di euro di commissioni legate alla distribuzione, con oltre 100 milioni di utili derivanti dalle partecipazioni azionarie nelle due compagnie. Ma le manovre nel comparto assicurativo non si fermeranno certo a questo. Non hanno infatti registrato alcuna smentita i rumors di un'interlocuzione in corso per una possibile alleanza nella bancassicurazione con la Unipol guidata da Carlo Cimbri. Ma se l'idea c'è, non sarà certo cosa immediata capire come mettere a terra un'operazione di questo tipo. Da un lato, Unipol ha intrapreso la strada del controllo diretto nelle banche per garantirsi in questo modo la distribuzione dei prodotti assicurativi, per questo è diventata azionista di riferimento in Bper e Popolare di Sondrio già prima che l'istituto guidato da Gianni Franco Papa scalasse la banca valtellinese.

Tuttavia, potrebbe ripensarci se l'operazione nel suo complesso offrisse garanzie interessanti su ricavi e distribuzione, spazio che si creerebbe in considerazione del fatto che l'accordo distributivo con Allianz è in scadenza nel 2027.

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