
Si temeva un'emorragia dei consulenti più bravi. Un fuggi fuggi dalla rete di banker di Mediobanca Premier, ma a quanto pare il compimento della scalata di Mps a Piazzetta Cuccia non ha scatenato i cataclismi più volte paventati dai vecchi vertici di Mediobanca per dissuadere gli azionisti dal consegnare le azioni. Anzi, la rete è cresciuta e si è potenziata nel frattempo secondo quanto comunicato dalla stessa Mediobanca: infatti, la rete dei consulenti finanziari guidata da Duccio Marconi ha rafforzato la propria presenza su tutto il territorio nazionale e «sale ad un totale di 710 professionisti nel mese di settembre, grazie a 19 nuovi ingressi». Non solo: per fare un raffronto, la rete di consulenti di Mediobanca Premier a fine marzo - un mese più tardi l'ormai ex ad Alberto Nagel avrebbe lanciato l'offerta pubblica di scambio su Banca Generali - era a 680 elementi. Quindi nei mesi clou della battaglia Mps-Mediobanca la rete ha continuato a crescere di numero aumentando di altri 30 elementi.
I reclutamenti sono arrivati, per lo più, dalle regioni del Nord, vale a dire quelle a più alta concentrazione di clienti importanti. Nell'ultima infornata, infatti, sono arrivati professionisti provenienti da Lombardia, Triveneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria. Peraltro elementi sfilati a reti prestigiose come Fideuram, Fineco e Banca Generali. Segno di come anche la prospettiva di un cambio di proprietà e un ingresso nel perimetro del gruppo Mps (che a settembre era cosa praticamente fatta, essendo la scadenza dell'offerta pubblica di acquisto e scambio fissata per l'8 settembre) non abbia influito sulla scelta di molti professionisti di peso di sposare il progetto. Soprattutto per quanto riguarda il Triveneto, fa notare Piazzetta Cuccia, sono entrati nella rete «due veterani della consulenza finanziaria» (Mario Fumei e Massimo Tussardi) che entrano a far parte del team dei Wealth Financial Advisor. Quest'ultimi sono quei professionisti con portafogli superiori a 75 milioni di euro. Insomma, la rete non sta aumentando solo di numero, ma si potenzia anche con soggetti portatori di clienti di un certo profilo. Una fonte vicina a Mediobanca, ha confidato inoltre che «ormai chi se ne doveva andare è già andato via».
Intanto, domani a Milano si replicherà l'incontro della scorsa settimana a Siena, quando una delegazione di una ventina di manager di Mediobanca ha incontrato un'altra ventina di top manager (compreso l'ad Luigi Lovaglio, in foto) dell'istituto toscano.
Stavolta, una volta scelto il nuovo cda, si entrerà nello specifico sugli aspetti di business e magari verranno toccati anche le possibili politiche di remunerazione dei consulenti finanziari e la possibile integrazione con i consulenti di Widiba.