Banking e le tecnologie Ibm Taglio di costi e più business

Banking e le tecnologie Ibm Taglio di costi e più business

Anno cruciale per il settore bancario il 2012. Da una parte cresce la pressione su temi quali la liquidità, la capitalizzazione e il rapporto costi/ricavi (cost/income). Dall'altra emergono anche nuove opportunità: in Italia, per esempio, il nuovo contratto di lavoro, che prevede la possibilità di estendere l'orario di apertura degli sportelli fino alle 22, permette di massimizzare il valore di un patrimonio fondamentale, quali sono le filiali presenti sul territorio. Se si considerano anche il crescente utilizzo dell'online e del mobile banking, nonché la frequentazione dei social network su cui ormai quasi tutte le aziende - banche incluse - hanno aperto le proprie vetrine, si assiste a un aumento delle possibilità, per gli istituti di credito, di interagire con i clienti attuali e quelli potenziali. E aumentare la fidelizzazione dell'utenza e il cross-selling di prodotti e servizi.
Mai come adesso, per realizzare tutti questi obiettivi, l'Information communication technology si rivela una leva imprescindibile per gli operatori finanziari. Nell'esaminare il contributo che l'Ict può offrire alle banche, per trasformare questo momento in un'occasione di rilancio del business, Maurizio Brun, vice president financial services sector Ibm Italia, parte dalla problematica del cost/income. «Il tema presenta due aspetti. Uno è la difficoltà per gli operatori, da qualche a anno a questa parte, ad aumentare il fatturato. Il secondo è l'incremento dei costi, che ha raggiunto livelli difficilmente sostenibili. E le voci più importanti in questo ambito sono il personale e le spese generali, che comprendono anche l'Ict. Il nuovo contratto di lavoro permette di ottenere maggiori ritorni dal costo del lavoro. Per ottimizzare le spese, invece, le banche oggi devono affrontare un processo di trasformazione. Da una parte questo può significare condividere con altri operatori le attività non differenzianti, in modo da poter operare sul mercato con un alleggerimento significativo dei costi. Dall'altra, le banche hanno la possibilità di adottare nuove tecnologie che permettono loro di migliorare le performance sul mercato».
Per quanto concerne la messa in comune di servizi non strategici, le banche possono consorziarsi sia tra loro sia con alcuni fornitori. «Sempre più spesso - continua Brun - vedremo i fornitori trasformarsi in veri partner». Ibm non è nuova alla attiva collaborazione con banche o gruppi di istituti di credito con l'obiettivo di gestire al meglio da tutte le operazioni Ict a processi specifici. Ma un ruolo fondamentale le nuove tecnologie Ict lo forniscono anche nel generare nuovo valore nel business. Vediamo alcuni esempi.
«Nel corso del 2012 - dichiara Brun - vedo un forte sviluppo nell'implementazione di strumenti di analisi (analytics) capaci di stabilire collegamenti tra informazioni apparentemente non correlate e disseminate all'interno di una marea di dati: ovvero in quel contesto che oggi è di moda chiamare Big Data. Gli analytics consentono di trarre valore da tutte queste informazioni strutturate e non strutturate. Il passo successivo è utilizzare strumenti di analisi predittiva, a supporto per esempio di attività di cross-selling. Conoscendo meglio il cliente le banche possono anche calibrare i prezzi per i loro servizi senza rischiare di perderli. Oggi si calcola che i clienti ci mettono 35 secondi per cambiare banca o, comunque, spostare i loro depositi da una all'altra».
Un'altra tematica di cui Ibm aveva previsto lo sviluppo anche in ambito bancario, è quella dei dispositivi mobili. «Entro il 2013 si prevede che nel mondo il numero degli accessi ad internet attraverso device mobili sarà superiore al numero di accessi attraverso pc, già oggi siamo a 6 miliardi. Ovviamente saranno utilizzati anche per effettuare operazioni di mobile banking. Al momento non esistono infrastrutture in grado di gestire una situazione del genere, motivo per il quale occorre elaborare nuovi modelli di computing».


Ibm svolge in modo continuativo ricerche sugli scenari tecnologici futuri. Ricerche che individuano i bisogni di innovazione prima a livello generale e quindi nei singoli settori economici. Tra questi il settore bancario, da sempre uno dei più importanti tra quelli serviti da Big Blue.

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