È il più forte e bisogna inchinarsi dinanzi al più forte. Come fanno i milanisti, leali fino in fondo, che vanno alla fine a rendere omaggio ai loro rivali. Unici e ancora inarrivabili come certi amori giovanili. Applaude anche San Siro perché ha goduto di uno spettacolo da raccontare ai figli e ai nipoti, tornati a casa. Primato al Barcellona e secondo posto al Milan: niente da dire. Non è una vergogna subire il palleggio del Barcellona. Non è nemmeno una vergogna ammirarne la perfetta organizzazione e il talento tattico che non ha cedimenti di alcun genere pur sottoposto alla pressione del Milan.
Allora è il caso di dirlo alto e forte: questo Barcellona è ancora una montagna troppo alta per essere scalata dal Milan che consuma ogni migliore energia pur di non sfigurare al confronto. Prima di entrare nel dettaglio di una serata da consegnare agli archivi del calcio continentale, bisogna ringraziare di cuore Milan e Barça per lo spettacolo offerto: chi vuole divertirsi deve abbonarsi al Camp Nou oppure seguire, in processione, come dietro un santo protettore, le perfomances dei catalani.
Se persino fuoriclasse del calibro di Thiago Silva riescono a sfigurare al cospetto di Messi e di Xavi, di Thiago Alcantara che non è certo un top player come usa dire ai tempi nostri, allora vuol dire che l'armata di Guardiola è davvero al di sopra di ogni attesa. I cinque sigilli conclusivi sono la cornice dentro la quale conservare un quadro d'autore. Il Barcellona affronta col piglio del più forte e del più sicuro il Milan fin dalle prime battute dominando il possesso della palla e il gioco e allestendo le sue trame che sono una specie di tortura per i rossoneri, costretti a rincorrere sempre. Al Milan non restano che alcunefiammate, alcunedeterminatedall'orgoglio, altre ancora legittimate dalla cifra tecnica dei protagonisti: per esempio Seedorf e Ibra che rispondono per le rime a Messi.
È vero, dopo l'autorete di Van Bommel (nata in capo a una distrazione colossale di Zambrotta), Robinho si divora una pallagol da guiness dei primati, prima che la coltellata di Ibra rimetta in sesto il risultato ma nel frattempo Abbiati si guadagna la pagnotta eanche il companatico con una serie di interventi preziosi. In qualche occasione, per svellere il pallone dai piedi dei catalani, bisognerebbe utilizzare il taglia- erbe e invece il Milan si mette con la santa pazienza e due volte riesce nell'impresa di risalire la corrente. Comincia Van Bommel allora (autorete) pressato da Xavi e risponde Ibra, riprende il filo Messi su rigore, generoso (spintarella di Aquilani sulla schiena di Xavi), e Boateng in avvio di ripresa restituisce la parità assoluta con un numero spettacolare.
Alla fine il blitz di Messi per Xavi, mentre tutta la difesa rossonera sembra diventata di carta velina, è un inno al calcio verticale e al talento di questo strepitoso gruppo, allenato da un signor allenatore. L'assalto del Milan viene così respinto in modo definitivo e solenne: per avvicinarsi al Barça deve farne di strada. Ibrahimovic, atteso alla prova del fuoco, si ritaglia un solo momento di gloria, al momento del gol: difficile pretendere da lui, oltre alla fatica enorme fatta.
Messi, il suo contraltare, è uno spettacolo nello spettacolo. Basta ammirarlo quando parte, palla al piede, per ammirare la sua classe che in pochi riescono a frenare.
Quando si perde così, come succede al Milan, è il caso di alzarsi dalla sedia e inchinarsi. Perché questo Barcellona è un portento di squadra e solo se dovesse accadere un cataclisma è pensabile che gli si possa portar via la Champions, anche in questa edizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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