Enfasi sul fare e non sullapparire. Essere realisti, ma con obiettivi ambiziosi. Trasmettere fiducia e fare ciò in cui si crede. Alessandro Barberis, torinese, snocciola cifre e successi di una provincia e di una regione che lo hanno promosso in Europa come simbolo di unaltra eccellenza piemontese, quella degli uomini. Classe 1937, entrato in Fiat a 27 anni, ha salito la china della carriera fino a diventarne prima amministratore delegato e poi, nel 2003, vicepresidente. Poco prima era stato al vertice della Piaggio.
Oggi è presidente di Eurochambres, che raccoglie le Camere di commercio di 45 Paesi europei, a Bruxelles. Le grandi questioni economiche e le sfide europee. Il Piemonte delleccellenza e dei poli di sviluppo. Il Piemonte dellera meccanica e quello odierno delle grandi sfide che investono la meccatronica, linformation-technology, le bioenergie. La Detroit italiana che cambia pelle e va nella Detroit storica a indicare come sarà lauto del Terzo millennio. Un altro segno delleccellenza torinese e piemontese.
Ingegnere, lei prende il timone in un momento di forti incertezze, dovrà far fronte a situazioni difficili?
«È una mia prerogativa. Non mi spaventa. Certo, cè il problema della Grecia, della Spagna, dei Paesi dellex Urss. Leconomia zoppica un po dovunque. Eurochambres è un osservatorio strategico, uno strumento dinamico, uno dei pilastri fondamentali della rappresentanza imprenditoriale nelle istituzioni europee. Dà voce agli interessi di oltre 19 milioni dimprese presenti in 45 Paesi attraverso una rete di 2000 camere regionali e locali, organizzate in 45 sistemi nazionali. Una piccola Babele. Ma anche un insieme di numeri che fanno riflettere sulle responsabilità».
Il suo Piemonte, la sua Torino e il terzo millennio iniziato con dei gran cataclismi?
«Già, siamo una regione cardine europeo da sempre. Le crisi non ci spaventano. Torino è stata una delle maggiori capitali mondiali del manifatturiero e dellauto. Settori dalle rotte lunghe e periodicamente soggetti a crisi didentità e rigenerazioni. E poi parlano i numeri. In provincia sono attive 236mila imprese. Non vorrei sembrare puntiglioso, ma il Pil del Piemonte, ultimi dati disponibili 2008, è attestato a 126,8 miliardi e quello di Torino a 66,8 miliardi. Il Pil del Piemonte, in un confronto territoriale, colloca la regione, per produzione di ricchezza, al pari di Stati quali lUcraina e lAlgeria (al 45° posto nella graduatoria mondiale). Se la provincia di Torino si collocasse nella graduatoria mondiale degli Stati per Pil, occuperebbe la 58ª posizione, subito dopo la Repubblica Slovacca e prima del Marocco. E poi lexport: Piemonte 37,8 miliardi di euro, Torino 18.8 miliardi. Sono numeri che devono far riflettere».
I poli dinnovazione, la Torino che cambia pelle e che insegna alla Detroit storica come dovrà essere lauto del Terzo millennio. Passaggi epocali?
«Passaggi difficili, ma non impossibili. Quante crisi abbiamo vissuto in Fiat? E quante in Piemonte nel tessile o nellagroalimentare. Eppure. Con i poli abbiamo creato strumenti deccellenza nei settori allavanguardia.
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