La procura di Bari indaga sui nastri di Patrizia DAddario - diverse registrazioni ambientali e telefoniche di conversazioni tra Patrizia e Silvio Berlusconi e tra la escort e Gianpaolo Tarantini - finiti sui giornali nonostante la secretazione. Prima «raccontati», poi trascritti e infine pubblicati in audio sul sito web dell«Espresso». Il fascicolo, aperto per violazione del segreto dufficio, al momento è contro ignoti, e né la escort autrice di quei file audio né il pm che li custodiva né altri risultano indagati. «Non è stato chiarito se la responsabilità sia sua (di Patrizia, ndr) o di altri», spiega il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati. Ad «Annozero» la DAddario ha dichiarato di aver consegnato «solo al magistrato» i nastri. Se così fosse, sarebbe qualcuno in procura ad averli passati ai giornali. Ma Laudati smentisce categoricamente: «Le registrazioni che sono state pubblicate non sono le registrazioni consegnate agli inquirenti» da Patrizia, quando fu ascoltata dal pm Pino Scelsi. Infatti, prosegue Laudati, «risulta pacificamente negli atti che appena sono state consegnate quelle registrazioni sono state sigillate, messe in busta, chiuse in una cassaforte». Niente «fuga di notizie» dal palazzo di giustizia, insomma. Daltra parte già a giugno lo stesso Scelsi disse di aver «blindato» quei nastri, proprio per evitare che in caso di pubblicazione - puntualmente avvenuta - la responsabilità potesse ricadere sugli inquirenti. Qualcuno mente, e di certo la cassaforte della procura ha rinchiuso per mesi un segreto di Pulcinella: già a giugno il contenuto di quelle conversazioni era stato messo nero su bianco sulla stampa, pur dovendo in teoria essere noto solo a Patrizia DAddario. Persino il quotidiano «Repubblica», pubblicandone il 20 luglio scorso la trascrizione, scriveva: «Adesso, però, ci sono quei nastri che la Procura di Bari aveva sigillato. Ed è facile riconoscere la voce di Berlusconi». Che la copia consegnata alla magistratura da Patrizia DAddario non fosse lunica è diventato lapalissiano con la pubblicazione sul sito dell«Espresso» dei file audio.
E ancora ieri sul «Fatto Quotidiano» è saltata fuori la trascrizione di altre, nuove conversazioni, tratte, come scrive lo stesso giornale diretto da Antonio Padellaro, dai «nastri che Il Fatto Quotidiano ha potuto ascoltare». Più che una blindatura, un colabrodo.Bari Il pm indaga sui nastri di Patty finiti ai giornali
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