Il baseball apripista delle leghe senza retrocessione

Da cenerentola ad apripista. Il baseball esce dalle retrovie dello sport nazionale e scavalca tutti guardando al futuro. La federazione guidata da Riccardo Fraccari ha infatti varato una storica riforma dei campionati, lanciando dal 2010 una prima e una seconda serie senza retrocessioni. In pratica viene per la prima volta mutuato in Italia il sistema americano delle cosiddette franchigie che prevede la creazione di superclub (accorpando due o più società) che fanno capo per ora alle otto squadre aventi diritto alla prossima A1 e che daranno vita a una lega semiprofessionistica divisa in due serie, entrambe senza retrocessione. Ad ogni formazione della prima divisione ne dovrà corrispondere una della seconda appartenente alla stessa franchigia. I giocatori saranno tesserati per la franchigia e potranno salire e scendere tra le due squadre durante il campionato, proprio come avviene tra le squadre di Major e di minor league negli Usa. Al di sotto di questa lega, che racchiuderà il meglio del baseball italiano, continueranno ad esistere le altre serie, dalla serie A2 (che diventerà serie A federale) in giù, con regolari promozioni e retrocessioni.
Un progetto ambizioso, che nelle intenzioni della federbaseball dovrebbe coinvolgere in futuro le stesse Major league americane, con tecnici ed esperti di marketing, ma che dovrebbe soprattutto allargare il giro dell’attuale serie A, ormai giocata quasi interamente in Emilia Romagna (sei squadre su otto nell’ultima stagione), rilanciando piazze importanti ma emarginate da tempo: già dal 2011 infatti la speranza è di poter inserire nella lega Roma, Milano, Torino e Firenze. E infatti proprio nel capoluogo lombardo e in quello toscano si sta già lavorando in questa direzione, aggregando più società della zona o di province limitrofe.
A questo esperimento pilota potrebbero guardare con interesse altri sport. Le grandi squadre del calcio lo sognano. Il basket, il volley, lo stesso rugby, che da tempo stanno tentando di creare delle superleghe, non sono mai riusciti a oltrepassare la strettoia delle retrocessioni.

Il Coni, che deve salvaguardare questo principio “democratico” dello sport, ha però dato il suo placet all’esperimento del baseball. Forse perché applicato a uno sport di minore impatto mediatico, in attesa di esportare la formula se dovesse funzionare.

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