Basso scelga gli amici L’altro le cose da dire

Partendo per il Tour, sarà bene che i nostri illustri avventurieri non dimentichino alcuni pro-memoria del Giro. Questi i più urgenti.
Pro-memoria per Basso. Come si vince una corsa a tappe l'ha imparato benissimo e non lo scorderà certo in poche settimane. È un'altra la cosa che non deve assolutamente dimenticare, del suo favoloso Giro: come scegliersi le compagnie. Ivan è di quei buononi e buonisti che vorrebbero vivere in pace col mondo. Insegue un candido idillio di bon-ton totale e di amicizia ecumenica. Da questo punto di vista ha ragione Simoni: è un extraterrestre. Per fortuna, proprio Simoni gli ha insegnato indirettamente qualche regola fondamentale della vita. Una, in particolare: è impossibile piacere a tutti. È già tantissimo piacere a qualcuno. Poi c'è il resto. Il candido Ivan ha subito compreso che con Cunego non c'è affiatamento. Gliel'ha fatto capire proprio il Piccolo Principe, che ha meno anni di lui, ma idee un po' più chiare: espressamente, rivendica il diritto di scegliersi le compagnie, senza obblighi di ipocrisie diplomatiche. Il candido Ivan ha allora pensato di legare con Simoni, dedicandogli un sacco di aggettivi affettuosi ed edificanti. In qualche caso, lungo le strade del Giro, gli ha persino prestato collaborazione proprio per umiliare Cunego, che notoriamente Simoni adora come una gastroscopia. Fenomenale Basso: alla resa dei conti, Simoni ha servito anche lui con barba e capelli. Dopo il Mortirolo, con quattro frasi gli ha devastato le immagini e i momenti più belli di una vita. Eppure, al candido Ivan non è bastato: la mattina dopo è andato a cercare la pace. Lui, l'offeso. L'altro, che non è un buonone buonista, ha calato pure la briscola, trascinandolo nel fango di una sgangherata combine (Basso che prova a vendere la corsa più bella della sua vita per un pugno di euro: ma dai...). Tutto qui, allora, il pro-memoria per Basso: a partire dal Tour, butti a mare l'utopia del consenso universale. Piuttosto impari a scegliersi le compagnie: ne bastano poche. Ma buone.
Pro memoria per Simoni. A logica, quel che accade sul Mortirolo ha tutta l'aria di un equivoco. Basso propone la cosa più intelligente e più vantaggiosa per entrambi (a dirla tutta: più per Simoni, visto che deve recuperare su Gutierrez), cioè viaggiare uniti sino al traguardo. Simoni la prende con troppo ottimismo, considerandola invece una promessa di scambio: si collabora, alla fine vittoria per Simoni. Punto. Credere alla seconda parte, l'offerta in denaro, diventa molto più difficile. In ogni caso: già che ha sbracato, perché non svelare davvero la cifra? Perché non raccontare i dettagli della tentata compravendita? Adesso dovrà spiegare tutto alla procura federale. Rischia cinque mesi di squalifica, che per un trentacinquenne può significare fine della carriera. Un colpo di genio. Se in qualche modo ne sbucherà fuori, comunque, gli resta il Tour. Dopo Pantani, dopo Cunego, dopo Basso, un altro dei suoi bersagli. Armstrong un mafioso che blocca le fughe (ma se sei così forte, perché non ci vai lo stesso?), l'organizzazione che non capisce nulla, i percorsi sempre sbagliati. Nel frattempo, distacchi a quarti d'ora. Provi allora a cambiare tattica: una volta nella vita, combini sfracelli più con i fatti che con le parole. Di qui, il sintetico pro-memoria: più gambe, meno lingua.
Pro memoria per gli altri.

Cunego, Savoldelli, Garzelli, Di Luca, Pozzato: sono gli altri dell'armata azzurra che a luglio darà l'assalto del Tour. È la bella Italia d'esportazione che duellerà con Basso. Visto com'è finita al Giro, pro-memoria anche per loro: almeno lì, non facciamoci riconoscere.

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