«Basta parole, servono fatti concreti»

Di fronte al ripetersi di tragedie sul lavoro come quella di Settimo Milanese «al di là delle parole servono fatti concreti, di impegno e di azione per salvaguardare la vita nei luoghi di lavoro». Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appena ha saputo della morte dei due egiziani in un cantiere, ha inviato un messaggio al prefetto di Milano chiedendogli di trasmettere ai familiari delle vittime la partecipazione al loro dolore, e la sua vicinanza al terzo lavoratore rimasto gravemente ferito. Il prefetto Gian Valerio Lombardi, a sua volta, ha rivolto «con forza» un appello a «tutti gli enti che hanno diretta competenza in materia, in particolare all’Ispettorato del lavoro, affinché adottino con ogni urgenza tutti i provvedimenti del caso nei confronti della ditta responsabile, e intensifichino la vigilanza nei confronti dell’uso del lavoro irregolare». Il sindaco Letizia Moratti garantisce: «Voglio dare un’accelerata su questo tema perché,al di là delle normative nazionali, c’è la necessità che anche a livello locale si arrivino a definire regole di comportamento, con accordi con gli operatori sui quali stiamo lavorando. In tempi brevi farò una riunione su questo tema». Il segretario lombardo del Prc Alfio Nicotra chiede invece alla Cgil di «battere un colpo e proclamare uno sciopero generale per rafforzare le norme, i controlli e la repressione in materia di sicurezza per i lavoratori».

Il Pd lombardo chiede «una legge regionale per impedire che i cantieri per l’Expo a Milano siano funestati da incidenti mortali». Secondo il presidente della Provincia Filippo Penati invece «c’è troppo turn over, le imprese tornino a investire anche sui profili più bassi».

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